Chi è Nico?

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Si scrive Christa Päffgen, si legge Nico. Nico come la musa di Andy Warhol. E Nico come la donna dopo Andy Warhol: non solo la modella, non solo colei che ha fatto girare la testa a Jim Morrison, Alain Delon e Brian Jones. Nico come la cantante e Nico come una madre. Personaggio iconico della musica e della cultura pop del secolo scorso.
Nico, 1988. Alla Mostra del cinema di Venezia, di Susanna Nicchiarelli, è un percorso che riavvolge il filo: dalla fine, dalla donna e dalla musicista (interpretata da Trine Dyrholm, anche lei cantante, e attrice, e donna). Nico dalla fine: 1988. Aveva 50 anni. Un giro in bicicletta per comprare della marijuana. L’incidente, un’emorragia cerebrale non riconosciuta. Un nastro che può solo girare al contrario.
Prima “femme fatale” nei film sperimentali di Warhol, poi fu The Velvet Underground & Nico. Lo produsse Warhol, che ne curò la copertina. Lei era la Sacerdotessa delle tenebre: la sua voce ne era il motivo. Ancora prima, Federico Fellini la volle ne La dolce vita. Aveva appena 21 anni.
Lou Reed, l’incontro con Jim Morrison, la decisione di non essere più semplicemente una “voce”. Di non cantare con altri e per altri e di non cantare le cose d’altri. 1967: Chelsea girl. Suo. Ma anche di Lou Reed, John Cale e Jackson Browne; (ancora) colonna sonora per Warhol. The marble index è l’autonomia: è Nico e nient’altro. Poi altri quattro: Desertshore (1970), The end... (1974), Drama of exil (1981), Camera obscura (1985).
Tre anni dopo. 1988: aveva 50 anni. Riavvolgiamo il filo…

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