Jeanne Moreau, un’icona del cinema

Dal 28 settembre al 29 ottobre allo Spazio Oberdan 11 film della musa della Nouvelle Vague 

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È notte a Parigi sugli Champs Elysées e un’affascinante signora dall’aria sensuale e misteriosa cammina sola per i viali immensi nel buio.  Lei è Jeanne Moreau, la musa della Nouvelle Vague nel film Ascensore per il patibolo diretto da Louis Malle nel ’57 durante la mitica sequenza sottolineata dalla musica di Miles Davis composta di getto dal musicista dopo una cena in un ristorante con l’attrice e il regista. Jeanne Moreau, scomparsa a ottantanove anni il 31 luglio scorso, è stata la diva maggiormente amata da Malle, Truffaut, Orson Welles, Antonioni. Nata nella capitale francese il 23 gennaio 1928, figlia di Anatole – Désire Moreau, gestore di un ristorante a Montmartre e di Katherine Buckley, una ballerina inglese delle Folies Bergères, studia fino al conseguimento della maturità e ogni giorno abitando vicino a una sala cinematografica sente le voci degli attori che la emozionano. A diciotto anni segue i corsi d’arte drammatica di Denis d’Inès e s’iscrive al Conservatoire debuttando nel ’47 al festival di Avignone. Al cinema arriva nel ’54 con Grisbì di Jacques Becker dimostrandosi da subito un’attrice versatile dotata di un temperamento straordinario sia sul versante drammatico sia su quello della commedia. Attratta dal clima culturale della Nouvelle Vague, la nuova ondata di giovani registi che lei frequenta abitualmente, nel ’58 inizia il sodalizio con Malle interpretando Les Amants nel quale si concede una famosa scena di nudo.  Nel ’59 è a Milano sul set di La notte diretto da Michelangelo Antonioni accanto a Marcello Mastroianni nei panni della moglie di uno scrittore famoso venduto al capitale.  Due anni dopo François Truffaut la vuole protagonista di Jules e Jim nell’indimenticabile ruolo di Catherine, donna intelligente, emancipata e fragile divisa tra l’amore per due uomini. Il ciclo dello Spazio Oberdan oltre a proporre i classici Ascensore per il patibolo (il 28 settembre ore 17 con introduzione di Luigi Boledi, Archivista Fondazione Cineteca Italiana e il 18 ottobre ore 16,30); La notte (il 3 ottobre ore 18,45 e il 25 ottobre ore 16,30); Jules e Jim (il 30 settembre ore 21,15 e il 20 ottobre ore 16,30); Il diario di una cameriera (il 20  ore 21,15; il 23 e ore 16,45 e il 28 ottobre ore 21,15) di Buňuel; La sposa in nero (che apre la rassegna il 28 settembre alle ore 17 con replica il 16 ottobre ore 19) di Truffaut, propone da non perdere Eva (il 16 ore 21,15 e il 29 ottobre ore 15) di Joseph Losey; il meno conosciuto La grande peccatrice (il 13 ore 21,15 e il 21 ottobre ore 15) di Jacques Demy, storia di una donna divorata dal demone del gioco; due pellicole del grande Orson Welles Il processo (il 1° ore 21 e il 5 ottobre ore 17) e Falstaff (il 29 settembre ore 16,45 e il 7 ottobre ore 18, 45). Poi ancora Fuoco fatuo (il 29 settembre ore 19) di Malle dal romanzo di Pierre Dreu La Rochelle e il noir Grisbì (il 12 ottobre ore 17) diretto da Jacques Becker con Lino Ventura.

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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