Buon compleanno Dario, 40 anni da cantastorie metropolitano.

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Chi ha detto che la vita comincia a quarant’anni forse nel pronunciare questa frase pensava a Brunori Sas che entra oggi nel famigerato mondo degli –anta. Dario Brunori, cantautore calabro dallo spiccato orgoglio per la sue origini che si sente riflesso nell’altrettanto spiccato accento cosentino, può certamente dire di aver vissuto uno tra gli anni più pieni e soddisfacenti della sua vita professionale.

Un Tour che ha tagliato in lungo e in largo l’Italia collezionando una serie di date sold-out e riempiendo addirittura grandi città come Roma e Milano; un album A casa tutto bene amato dal pubblico e dalla critica e La Verità, il singolo portante, diventato disco d’oro -avendo raggiunto e superato la soglia delle 25.000 copie vendute- e vincitore del prestigioso premio Tenco e del premio come miglior videoclip indipendente ai PIVI 2017 organizzati e patrocinati dal MEI, in cui Dario è stato premiato anche come artista indipendente dell’anno. E poi ancora interviste, apparizioni in trasmissioni tv, ospitate in radio e tra i progetti futuri anche un programma Rai tutto suo.

Una scalata al successo più che meritata quella di Brunori Sas ed una consacrazione che arriva dopo anni di gavetta e sacrifici. Nel passato di Dario ci sono piccoli tour indipendenti, aperture di concerti dei colleghi più noti (indimenticabili gli open act del Mondovisione Tour di Ligabue a Roma e Milano), ma anche tre album di inediti che hanno riscosso un discreto successo, cammei in lungometraggi e addirittura la colonna sonora di un film (E’ nata una star? –ndr).

E’ l’album della maturità però, uscito lo scorso inverno, che è riuscito ad avvicinarlo davvero al grande pubblico rendendolo oggi uno degli artisti più appetibili e visibili nel panorama della musica indie; probabilmente perché A casa tutto bene più di altre fatiche discografiche brunoriane è un album intriso di contemporaneità.

Vol. 1 del 2009 era un album autobiografico e nostalgico, fatto di ricordi sbiaditi intrecciati a sonorità folk e a tratti  retrò. “Mia madre sfogliava Novella 2000/ed io ai suoi piedi leggevo Prevèrt/Avevo dieci anni ma pensavo già alle donne”

Poveri Cristi – Vol. 2 pubblicato durante il periodo toscano, per Brunori terra materna e scanzonata, ha avuto il compito di raccontare nel 2011 storie di lavoro, amore ed amicizia di tanti “poveri cristi”, personaggi immaginari dal sapore di vita vissuta, in cerca di cambiamenti e fortuna. “Rosa non piangere dai/anche io mi voglio sposare/è che senza un lavoro non si tira a campare”.

Il cammino di Santiago in taxi – Vol. 3 è un album intimista che nel 2014 ha tracciato un ritratto molto personale della doppia veste di persona e personaggio; uomo e artista talvolta “spiato” dietro le quinte. “E proprio quel giorno ti viene la voglia/Di andare a vedere/Di andare a scoprire se è vero/Che il senso profondo di tutte le cose/Lo puoi ritrovare soltanto guardandoti in fondo.”

A casa tutto bene è il primo album che non porta la dicitura Vol. 4 e non ha la faccia di Dario –bambino o adulto, da solo o in compagnia- stampata in copertina, quasi a voler iniziare un nuovo itinerario di viaggio. E’ un lavoro che riesce a raccontare le pieghe più nascoste dell’anima di un’intera generazione che si destreggia tra precarietà, paure e incertezze ma che -nonostante tutto- riesce a vedere un barlume di speranza alla fine del tunnel in parte anche grazie alla musica. “Tu vuoi canzoni emozionanti/Che ti acchiappano alla gola senza tanti complimenti/canzoni come sberle in faccia per costringerti a pensare/canzoni belle da restarci male.”

Il segreto del successo di questo cantastorie metropolitano è forse essere riuscito, in fondo, a rimanere semplicemente Dario, una persona normale…e di averlo di mostrato in questo ultimo anno più che mai.

Dario è quello che ha scelto di abitare nel suo paesino di origine e al mare per le vacanze non sceglie mete esotiche ma resta in Calabria, quello che da 19 anni ha accanto la stessa donna che lo conosce dai tempi in cui la Brunori Sas era solo il nome dell’azienda di famiglia, quello che porta ancora la Mamma in prima fila ai suoi concerti e fa salire il nipotino sul palco con tanto di chitarra giocattolo. La parola d’ordine del cantautore del momento è autenticità, nient’altro…e questo, caro Brunori, in un mondo fatto di maschere e poca onestà intellettuale, a noi piace tanto.

Ad maiora…e buon Compleanno!

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