Roldano Lupi. L’antidivo del cinema italiano

Dal 14 novembre al 1 dicembre 2017 presso il MIC – Museo Interattivo del Cinema una rassegna cinematografica dedicata all’attore milanese Roldano Lupi

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Nato a Milano l’8 febbraio 1909, Roldano Squassoni, dopo il diploma di ragioniere, inizia per divertimento a calcare il palcoscenico. Ben presto capisce che quella è la sua strada e dopo aver assunto il nome d’arte di Roldano Lupi studia all’Accademia dei Filodrammatici recitando poi nel teatro classico. Esordisce davanti alla macchina da presa nel 1941 con Sissignora (martedì 21 novembre ore 17 e mercoledì 29 ore 15) di Ferdinando Maria Poggioli con Maria Denis e le sorelle Gramatica nel ruolo di un amante cinico ed egoista. Segue nel ‘44 Il cappello del prete (martedì 14 ore 17 e venerdì 24 novembre ore 15) sempre di Poggioli, tratto da un romanzo di Emilio De Marchi, storia di un nobile dissoluto assassino di un prete cui ruba le sue ricchezze, ma che dovrà fare i conti con la sua coscienza. L’anno successivo è protagonista di La freccia nel fianco (mercoledì 15 ore 15 e martedì 28 ore 17) diretto da Alberto Lattuada, triste vicenda di Nicoletta, una donna sposata che ritrova un vecchio amore di gioventù, un pianista del quale diventa l’amante. Ancora nel 1945 lo dirige Pietro Germi in Il testimone (mercoledì 15 novembre ore 17 e venerdì 1 dicembre ore 15) incentrato su di un uomo presunto assassino che sta per essere condannato a morte. Alla condanna si è arrivati grazie alla deposizione di un testimone che però non è più sicuro dell’infallibilità della sua testimonianza. Nel ’47 dal romanzo di Gabriele D’Annunzio è sempre sotto la regia di Alberto Lattuada in Il delitto di Giovanni Episcopo (venerdì 17 ore 15 e giovedì 30 ore 17), nei panni di Giulio Wanzer, un avventuriero senza scrupoli che diviene amico di Giovanni Episcopo (Aldo Fabrizi), un modesto impiegato d’archivio. L’uomo spinge tra le braccia di Giovanni l’ambigua cameriera Ginevra, che lui sposerà. La donna però sarà capace di infliggergli molte umiliazioni. Roldano Lupi, amato dal pubblico soprattutto nei suoi personaggi più caratteristici, il nobile decaduto, l’assassino crudele, l’amante cinico, è presente in numerosi film di successo quali Casa Ricordi, 1954 di Carmine Gallone e Il conte di Montecristo, 1962, una coproduzione italo-francese diretta da Claude Autant-Lara. Ma non si riesce ad affermare come un divo nazionale a differenza di Amedeo Nazzari, Fosco Giachetti e Andrea Checchi e altri, forse anche perchè una parte della critica, pur considerandolo un bravo interprete, lo ritiene troppo incline a una recitazione statica. Lupi diventa però popolarissimo in televisione a partire dagli anni Cinquanta in numerosi sceneggiati. Le sue interpretazioni rimangono però la testimonianza di un attore di qualità che non deve essere dimenticato.

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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