Jovanotti fa Sbam! E canta la (sua) vita

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Lorenzo Live 2018
Foto di Michele Lugaresi

Diciamolo subito: il nuovo album di Jovanotti non piacerà a tutti. Non può piacere a tutti perché il cambio di rotta è davvero repentino: se Lorenzo 2015 cc era uno straordinario omaggio al pop più nobile, Oh, vita! vira bruscamente verso una forma di songwriting spesso quasi minimal, voce, chitarra acustica e poco più.
Poi c’è un altro rischio: che si parli più del produttore, Rick Rubin, che di chi il disco lo ha scritto e concepito. Se ne è avuta la prova durante la conferenza stampa di presentazione, con la figura del mitico produttore americano costantemente al centro dell’attenzione. Certo, lavorare con uno di questa levatura non capita tutti i giorni, e Jovanotti lo dichiara senza mezzi termini col consueto entusiasmo.
«È successo esattamente quello che desideravo: volevo aggiungere esperienza a quanto ho fatto fin qui, e contemporaneamente perdere il controllo. Mi sono affidato a lui completamente ed è stata un’esperienza formidabile. Abbiamo lavorato quasi esclusivamente sulle musiche. Lui non ha voluto che gli traducessi i testi. E va bene così, del resto io quando ho iniziato a fare questo mestiere non sapevo una parola d’inglese, eppure riuscivo a cogliere la bellezza e persino la profondità di una canzone pur senza sapere di cosa parlava».
Nel disco, sostiene Jova, ci sono due anime opposte: quella del songwriter e quella del Dj. La prima quasi esclusivamente acustica, la seconda elettronica. A prevalere è comunque la prima. Più che ad aggiungere, è stato un gioca a togliere. Facciamo l’esempio di uno dei pezzi più veloci, Le canzoni, scritto con Riccardo Onori, Christian Rigano e soprattutto con l’apporto degli Ackeejuice Rockers, due dj di Bassano del Grappa che in passato hanno collaborato con Kanye West.
«Quel pezzo», racconta Jovanotti, «in origine aveva dentro una quarantina di sample. Rick continuava a toglierne, e per me ogni volta era un colpo al cuore. Alla fine ne sono rimasti tre. Ma riascoltandolo direi che va bene così, che aveva ragione lui ad asciugare… Grazie a lui ho scoperto che minimo non è sinonimo di minimalista. Infatti anche nel prossimo tour seguirò questa strada, intervenendo pure sui vecchi pezzi. Per esempio, ho chiesto a Saturnino di asciugare al massimo i suoi interventi. E al batterista ho chiesto di eliminare pezzi: il colpo di cassa è decisamente più efficace se non si confonde tra ticchettii vari di piatti o campanacci».
Sempre parlando del tour che partirà a febbraio, anticipa che in scaletta ci saranno soprattutto le canzoni del repertorio: «Di quelle nuove ne abbiamo provate 7, ma non so quante ne farò effettivamente. Per me i concerti devono essere delle mega feste, il mio problema ormai è selezionare. Quindi più che aggiungere, devo eliminare canzoni. Alcune le elimino davvero a malincuore».
Tornado a Oh, vita! bisogna dire che non è un disco semplice. Nella maggior parte dei 14 brani Lorenzo è quasi “nudo”, alcuni sono così grezzi che potrebbero sembrare demo. Ci sono anche piccoli errori e dissonanze, come nella finale Fame, che dura ben 9 minuti. «Ci siamo chiesti se era il caso di tagliarlo, ma essendo l’ultimo pezzo del disco abbiamo deciso di lasciarlo così, come dire “to be continued”».
Insomma, se Lorenzo 2015 cc era la chiusura di un ciclo decennale (e il Jova lo dichiarò fin dal giorno dell’uscita: «Per questo ci ho messo dentro 30 canzoni, volevo svuotare le tasche»), Oh, vita! rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo. E come in ogni nuovo inizio non tutto può essere perfetto: certe asprezze, almeno a un primo ascolto, lasciano un po’ perplessi. Anche se con ascolti successivi si scoprono nuovi particolari che rendono più “fruibile” il brano. In ogni caso, come dice nel già citato Le canzoni, «le canzoni non devono essere belle, devono essere stelle illuminate la notte, far ballare la gente. Ognuno come gli pare, ognuno dove gli pare, ognuno dove si sente».
JovanottiDa personaggio eclettico qual è, Jovanotti non poteva limitarsi a far uscire un semplice disco. Infatti ha già annunciato un lungo tour nei palasport dove in ogni città si fermerà il più possibile: 10 concerti a Milano, 8 a Roma e Firenze, 6 all’Arena di Verona.
Poi c’è Sbam!, una via di mezzo tra un libro e una rivista, edito da Mondadori. Le prime 75 pagine contengono una sorta di diario di Jovanotti in cui racconta come è nato il disco e considerazioni a ruota libera, nelle altre 100 ci sono racconti , graphic novel e tantissime immagini, con firme di prestigio come Bombino, Giovanni Soldini, Gabriel García Marquez, Andrea Bajani, Vasco Brondi, Davide Toffolo.

JovanottiInoltre c’è il docufilm. Si intitola Making An Album e racconta come è nato Oh, vita!: «Lo ha realizzato il mio storico collaboratore Michele Lugaresi utilizzando una sola telecamera, quindi è tutto molto grezzo e proprio per questo molto autentico. Non ci sono pezzi finiti, ma soltanto frammenti, stralci di musica catturata mentre stavamo registrando. Insomma, è un documento nel vero senso della parola».
Il film sarà trasmesso da VH1, ma prima, il 10 dicembre, sarà programmato negli Uci Cinemas di tutta Italia. La visione è gratuita, bastava registrarsi. Ho usato il verbo al passato perché è già tutto sold out.
JovanottiInfine c’è il Jova Pop Shop: si trova in piazza Gae Aulenti 4 a Milano, sarà inaugurato questa sera a mezzanotte e resterà aperto per 10 giorni. «Si ispira al leggendario Pop Shop che Keith Haring aveva aperto a New York negli anni Ottanta. La prima volta che lo vidi ne rimasi folgorato».

Jovanotti

Al Jova Pop Shop ogni giorno succederà qualcosa, a iniziare da stasera, con musica live: «È uno spazio, un negozio, un ritrovo, un social club, un laboratorio, una sala da ballo clandestina, uno spaccio di figate…». Insomma, un salto bisogna farcelo!
Chiudiamo con una fotogallery contente immagini realizzate da Michele Lugaresi.

 

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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