La leggenda di Cristalda e Pizzomunno: un amore che sa di mare

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Chi arriva a Vieste, in Puglia, non può che rimanere folgorato dall’imponenza di un isolotto che si trova a due passi dalla riva, sulla spiaggia del Castello, a sud del centro abitato.

Il monolite di 25 metri, considerato il simbolo della cittadina pugliese, porta il nome di Pizzomunno e ad esso è legato una leggenda che quest’anno Max Gazzè ha deciso di raccontare in musica dal palco dell’Ariston.

Si dice che Pizzomunno fosse un pescatore di Vieste dalla rara bellezza e che fosse innamorato di una meravigliosa fanciulla di nome Cristalda. I due giovani innamorati si incontravano ogni notte sulle spiagge della loro città per trascorrere attimi romantici sotto le stelle e di fronte al mare e si giuravano amore eterno. Ogni mattina lui affrontava le intemperie delle onde ma non c’era sera in cui non tornasse dalla sua innamorata.

Durante le giornate che trascorreva in mare, il giovane era costantemente tentato dalle sirene che – ammaliate dalla sua beltà – gli offrivano l’immortalità purché egli accettasse di diventare il loro re e amante. Il cuore di Pizzomunno però apparteneva ad una sola donna e nemmeno le sirene riuscirono a fargli cambiare idea.

Invidiose di quell’amore così profondo e di quel legame così solido le figlie di Nettuno, durante una notte d’amore che i due ragazzi trascorrevano come al solito sulla spiaggia, rapirono Cristalda e la portarono con loro in fondo al mare.

Il dolore per Pizzomunno fu così grande che il suo cuore e tutto il suo corpo si pietrificarono e rimasero lí, proprio vicino a quella riva che era stata il luogo d’incontro con il suo grande amore.

La leggenda vuole che Pizzomunno aspetti ogni notte la sua innamorata e che ogni 100 anni, il 15 di agosto, lui ritorni umano e lei venga liberata e risalga dai fondali per incontrarlo.

Max Gazzè ha deciso di raccontare un amore che sfida il tempo e gli ostacoli. Il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, ha comunicato nei giorni scorsi che conferirà al cantautore la cittadinanza onoraria per aver commosso ed inorgoglito l’intera cittá, portando sul palco del Festival più prestigioso d’Italia una leggenda popolare a cui tutti i viestani sono molto legati.

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