Uno studio dell’università Bicocca di Milano su Jovanotti “campione di like” sui social

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Jova Beach Party
Foto di Michele Lugaresi

Se sommiamo quelli dei tre social principali, Jovanotti può vantare oltre 7 milioni tra “amici” e “follower”: due milioni e mezzo di seguaci su Facebook, quasi 4 milioni su Twitter e 960mila su Instagram. Nulla a che vedere con le cifre da capogiro dei vip internazionali: la cantante Selena Gomez, per fare un esempio, solo su Instagram vanta 133milioni di seguaci. Ma tra gli artisti di casa nostra, Lorenzo Cherubini riscuote un successo notevole a suon di cinguettii, foto e video con il quale pochi altri cantanti possono competere.
Ora sul sito dell’Università Bicocca di Milano è stato pubblicato un post che sostiene che dietro il suo straordinario successo ci sia anche questo.
L’autore del post si domanda: ma cosa fa di Jovanotti un campione di consensi anche nel mondo virtuale? «Esiste una schematizzazione – spiega Oscar Ricci, sociologo della comunicazione del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca – che, per quanto brutale, spesso riesce a dirci molto sul successo sui social di determinate celebrità: c’è chi riesce ad avere un cospicuo seguito proprio per una specifica qualità nell’usare queste piattaforme e chi semplicemente raccoglie lì il frutto di una carriera o di una reputazione costruita altrove. Mi sembra che il caso di Jovanotti abbia più a che fare con la seconda categoria che con la prima. Stiamo parlando, infatti, di un artista che è sulle scene da più di trent’anni e che, cosa davvero piuttosto rara, in questo lungo periodo non ha quasi mai conosciuto grossi insuccessi».
In questi anni, però, Lorenzo Cherubini ha saputo rinnovarsi nella sua musica, nella sua arte e nella sua comunicazione: «Rispetto ad altri artisti che hanno fatto del loro rimanere fedeli a se stessi il loro tratto distintivo (penso ad esempio a Vasco Rossi o a Ligabue), – continua Ricci – Jovanotti è sempre stato in movimento. Ha cambiato stile musicale varie volte, dal rap disimpegnato degli inizi passando per le canzoni romantiche dei primi anni Novanta sino all’impegno politico. Ma soprattutto Jovanotti è sempre stato molto attento all’innovazione tecnologica, sino da un’epoca pre-social. È stato, infatti, uno dei primi artisti italiani a capire, anche prima della diffusione di Spotify, che stavamo entrando nell’era dell’ascolto destrutturato e che i dischi come li conoscevamo avrebbero presto ceduto il passo a una moltitudine di singoli, cosa che peraltro Jovanotti ha fatto facendo uscire un suo disco a puntate (Lorenzo 2015 cc.), come fosse una serie televisiva. La stessa attenzione alla sperimentazione tecnologica si ritrova nella costruzione di tutti i live dagli anni Novanta sino ai giorni nostri, basti pensare, ad esempio, alla ripresa in Vr 360 del tour nel 2016».
La chiave del suo successo, osserva in conclusione l’autore del post, pare essere proprio questa sensibilità nei confronti del cambiamento. E la risposta di Oscar Ricci lo conferma: «Per una persona che è sempre stata così attenta al mutamento e alla sperimentazione tecnologica per un arco di carriera lungo più di trent’anni l’avere successo sui social mi sembra una conseguenza piuttosto naturale».

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