Il cinema fantasioso e stralunato di Wes Anderson

Dal lunedì 19 marzo al cinema Beltrade di Milano otto titoli in edizione originale con sottotitoli italiani

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Il treno per il Darjeeling

Dal lunedì 19 marzo a lunedì 7 maggio 2018 al cinema Beltrade di Milano in collaborazione con il cinema Postmodernissimo di Perugia la retrospettiva dell’autore con otto titoli presentati in edizione originale con sottotitoli italiani

“La cura maniacale del dècor, i colori squillanti, le case di bambola, le geometrie dello sguardo. E i suoi personaggi con le loro divise, i feticci infantili, le proprie colonne sonore, l’incapacità di crescere e comprendere il mondo. Il cinema di Wes Anderson”.
Così scrive Ilaria Feole, giornalista e critico cinematografico di Filmtv nella sua bella monografia Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali uscita nel 2014 per Bietti Editore.

I Tenenbaum

Personaggio stravagante, il regista e produttore Wesely Mortimer Wales Anderson, nato a Huston Texas il 1° maggio 1959, dopo gli studi universitari di filosofia si dedica al cinema girando il suo primo cortometraggio Bottle  Rocket, (lunedì 7 maggio), 1994, seguito nel 1996 dall’esordio nel lungometraggio Un colpo da dilettanti realizzato grazie  all’aiuto del Sundance Film Festival. È l’inizio di una carriera folgorante. Nel 1998 con Rushmore (lunedì 30 aprile), storia di uno studente liceale innamorato della sua insegnante, si fa subito notare dalla critica. Nel 2001 arriva sugli schermi I Tenenbaum (23 aprile), divertentissima saga familiare, un misto di romanticismo e umorismo stralunato che ottiene un successo strepitoso. Nel 2004 tocca a Le avventure acquatiche di Steve Zissou (16 aprile), un’opera ambiziosa intrisa di malinconia e tre anni dopo il regista gira Il treno di Darjeeling (9 aprile preceduto dal corto Hotel Chevalier) accolto con curiosità alla 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove passa in Concorso.

Il treno per il Darjeeling

Nel 2010 alla ricerca di nuovi stimoli Anderson firma Fantastic Fox (2 aprile), che si guadagna una nomination all’Oscar quale miglior film d’animazione e nel 2015 è la volta di Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (il 26 marzo) considerato da molti il suo capolavoro. La sua penultima fatica cinematografica (l’ultima è L’ isola dei cani del 2018) è Grand Budapest Hotel (19 marzo in apertura della rassegna) del 2014, ambientata in un fantasioso paese dell’Est europeo negli anni Trenta, che lo conferma autore tra i più originali e interessanti del cinema contemporaneo.

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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