Antigone, Billie Holiday e Schiavoni Blues a Pavia: 3 giorni perfetti.

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Uno spettacolo teatrale, una serata su Billie Holiday e una presentazione letteraria.

Una dieta equilibrata è alla base della nostra saluta e del nostro equilibrio così vi racconto la mia recente concatenazione di eventi culturali alla quale mi sono sottoposto.

Giovedì 12 aprile ho avuto la fortuna di assistere ad “Antigone”, spettacolo teatrale colla regia di Federico Tiezzi dall’opera di Sofocle in scena al Teatro Storchi di Modena fino al 15 aprile.

Siamo dentro alle lacune della mia cultura classica, il testo, l’Antigone è un dramma che ha implicazioni politiche e religiose, è stato rappresentato per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C. ed ha una valenza tremendamente attuale, arrivando a parlare di ribellione, ubbidienza, pietà e convenienza, con parole che riverberano dentro di noi e che noi stessi mettiamo dolorosamente in rapporto con la nostra attualità fatta di guerre, scandali et similia.

Tiezzi ambienta il dramma in una sorta di ospedale ove si svolge la maggior parte dell’azione, tra scheletri anatomici accuditi e lavati, in preparazione delle esequie accordate a uno dei fratelli e dove il re Creonte trova il suo destino.

 

“La città non appartiene a chi la comanda?” dice Creonte a Emone. Antigone, v. 738.

Il potere nella sua visione totalitaria, incivile, indegna dell’essere umano. La stolta testardaggine che fa sì che un Re si trascini nell’esercizio del potere fine a sé stesso.

Siamo troppo in altro perchè io abbia gli strumenti per analizzare un’opera così imponente, istintivamente, sono rimasto preso nella rete di un testo solidissimo e una riduzione efficace, anche grazie all’ottimo lavoro scenografico che, malgrado una necessaria schematizzazione a scene, restituisce due ore secche di poesia dolorosa e viva, che si muove lungo la freccia del tempo ribadendo la ragione stessa della vita:comunicare!

Un plauso speciale al bravissimo Annibale Pavone che si ritaglia un piccolo “solo” in abiti diciamo “civili” per una sorta di “credo” finale davvero emozionante.

Sabato 14 aprile alle ore 20.30 sarò  a “il posto”, a Modena, ove, assieme a Mel Previte alla chitarra e Ellen River (a.k.a.Elena Ortalli) alla voce, omaggeremo la modernità suadente e deduttiva, dolorosamente emozionante della più grande voce del Jazz ma non solo:Billie Holiday.

E’ una sfida importante e ambiziosa ma chi ha partecipato alle serate di degustazione di vinile de “il posto” negli ultimi 7 anni sa che ci piace così. Il tentativo è quello di arrivare a individuare le ragioni misteriose del parlare all’anima della voce di Billie Holiday, che venne scoperta dal talent scout definitivo John Hammond, responsabile della scoperta di Aretha Franklin, Bob Dylan, Bruce Springsteen e Stevie Ray Vaughan, tra gli altri.

Appuntamento imperdibile.

https://www.facebook.com/events/427002431086691/

Mi hanno detto che nessuno canta la parola “fame” e la parola “amore” come le canto io. Forse è perché so cosa han voluto dire queste parole per me, e quanto mi sono costate. Forse è perché son così orgogliosa da volere per forza ricordare Baltimora e Welfare Island, l’istituto cattolico e il tribunale di Jefferson Market, lo sceriffo davanti al nostro ritrovo di Harem, e le città sulla costa da un oceano all’altro dove ho preso le mie batoste e le mie fregature, Filadelfia e Alderson, San Francisco e Hollywood; ricordare metro per metro ogni dannato pezzo di tutto questo. Tutte le Cadillac e i visoni di questo mondo, e io ne ho avuti un bel po’, non possono ripagarmi e nemmeno farmi dimenticare. Tutto quel che ho imparato in tutti questi posti da tutta questa gente si può riassumere in quelle due parole. Nella vita, per prima cosa devi avere da mangiare e un po’ d’amore.

tratto da Billie Holiday, La signora canta il Blues (autobiografia), 1996, ed. Feltrinelli

Lunedì 16 aprile sarò alla libreria Il Delfino di Pavia per presentare il mio libro Schiavoni Blues edito da Artestampa. L’occasione sarà propizia per raccontare alcuni estratti dalla storia del Bar Schiavoni, di mio padre e della Modena di quegli anni, gli anni Settanta, quelli della mia tarda infanzia, quasi adolescenza. A Modena, dove il futuro pareva contenere molto di più che un’alba nuova tutti i giorni.

Info qui:https://www.facebook.com/events/407430216368100/

Fine.

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