Il cinema noir italiano d’autore

Dal 9 giugno allo Spazio Oberdan Milano dieci noir firmati da Francesco Rosi, Elio Petri, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, Pietro Germi, Mario Soldati.

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Cronaca di un amore

Dal 9 al 19 giugno 2018 al Cinema Spazio Oberdan Milano una rassegna di dieci film che, dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta, ricostruisce la filmografia di un genere non frequentato dal cinema italiano nel quale però si sono cimentati grandi autori come Francesco Rosi, Elio Petri, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, Pietro Germi, Mario Soldati

Com’è rassicurante e serena l’Italia dipinta dalla propaganda del regime fascista priva di ladri e assassini tanto che la cronaca nera sui quotidiani è praticamente inesistente. Anche la letteratura noir tanto amata negli Usa e in Francia non trova ospitalità nel nostro paese ad eccezione della collana di libri gialli Mondadori (dal colore della copertina), importazione di classici della letteratura poliziesca estera. È evidente che in questo contesto non è possibile la nascita nel cinema italiano del genere noir. Solo nel 1943 Luchino Visconti rompe gli indugi e firma Ossessione (mercoledì 13 giugno ore 17) del 1943, liberamente tratto dal romanzo di James M. Caine, Il postino suona sempre due volte; riuscito ritratto della povera provincia italiana povera, ma carica di pulsioni, che aprirà nel dopoguerra la strada al neorealismo.  L’anno dopo è Ferdinando Maria Poggioli a cimentarsi nel genere noir con Il cappello da prete (lunedì 11 ore 17,15) dal romanzo omonimo di Emilio De Marchi ambientato nel 1888 a Napoli; storia del barone di Santafusca, discendente da una nobile famiglia partenopea dalla vita dissipata, costretto per pagare i debiti a vendere la sua casa. Nel ’47 Alberto Lattuada è il regista di Il delitto Giovanni Episcopo (lunedì 18 ore 17,15) con Aldo Fabrizi e Roldano Lupi, vicenda tragica di un uomo perseguitato da uno spavaldo e dissoluto avventuriero e nel ’49 Giuseppe De Santis è l’autore di Riso amaro (venerdì 15 ore 16,45), melodramma ambientato tra le risaie del Vercellese con una folgorante Silvana Mangano. Il mondo dell’alta borghesia milanese è invece al centro del mitico Cronaca di un amore (domenica 17 ore 17,15) di Michelangelo Antonioni, pellicola modernissima nel linguaggio cinematografico con l’invenzione di un rivoluzionario piano-sequenza. Nel ’51 esce sugli schermi italiani La città si difende (martedì 19 ore 17,30) di Pietro Germi, storia di una rapina messa in atto durante una partita di calcio alla cassa dello stadio da quattro disperati,  che finirà nel peggiore dei modi. Nel ’53 Mario Soldati ispirandosi a un soggetto di Graham Greene realizza La mano dello straniero (sabato 9 ore 17,30), un curioso film interpretato da Alida Valli, Trevor Howard, Arnoldo Foà e Richard Basehart, una sorta di thriller spionistico girato a Venezia e sei anni più tardi Francesco Rosi ambienta nella Germania del miracolo economico il suo I magliari (lunedì 11 ore 15).

I magliari

Mario (Renato Salvatori), un giovane italiano in procinto di abbandonare Hannover per tornare a casa, incontra Totò (Alberto Sordi), un truffatore romano abile nella vendita di stoffe e tappeti. I due prima entrano nel giro di Raffaele, un napoletano boss di un gruppo di magliari venditori di stoffe  in tutta la Germania e poi cercano di mettersi in proprio per lavorare agli ordini di Mayer, un ricco tedesco di Amburgo.

L’assassino

Nel ’61 Elio Petri  è l’autore di L’ assassino (giovedì 14 ore 17,30) con Marcello Mastroianni, Salvo Randone e Micheline Presle, protagonista un giovane antiquario fermato dalla polizia, interrogato a lungo in questura e poi accusato ingiustamente della morte di una sua ex amante. Completa la rassegna il documentario di Alessandro Quadretti La saponificatrice. Vita di Leonarda Cianciulli (sabato 16 ore 16,45) sulla vita dell’assassina seriale di Correggio, che tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, attirava le donne in casa sua e le uccideva trasformandole in saponette.

 

 

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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