Deran, i “migliori auguri” di Bombino per la sua terra

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Bombino

Pubblicato il 18 maggio, Deran è il quarto album in studio del chitarrista di origini africane Bombino, il quale ha anche annunciato un nuovo tour in Italia che partirà il 20 giugno da Roma, in occasione del live #Withrefugees organizzato per la Giornata Mondiale del Rifugiato promossa da Arci e UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) con la collaborazione del Servizio Centrale dello Sprar.

Si tratta certamente dell’appuntamento più importante per l’artista di etnia tuareg, costretto all’esilio a causa delle numerose ribellioni che hanno interessato la Nigeria: l’evento di Roma rappresenta una tappa fondamentale per promuovere un messaggio di speranza, nonostante i recenti fatti di cronaca non le lascino molto spazio, attraverso la voce di un ex rifugiato.

Prima della data romana a Villa Ada del 20 giugno, il chitarrista nigeriano sarà a Bologna il 16 giugno al Biografilm per la “data zero” di questo tour, che proseguirà il 31 luglio al festival Mundus di Carpi (MO). A seguire, il 1 agosto sarà sul palco del Castroreale Millazzo Jazz di Milazzo (ME), il 3 agosto a Mogoro (OR) per il Dromos Festival, il 30 agosto all’Adriatico Mediterraneo di Ancona, il 12 ottobre al Sabir Festival di Palermo e il 26 ottobre al Festival Musica dei Popoli di Firenze.

L’ultimo disco di Bombino è stato scritto e interpretato in Tamasheq, lingua tuareg propria dei popoli della Nigeria e di altre regioni del nord Africa, e registrato a Casablanca, nello studio del re marocchino Mohammed VI.

Nonostante sia un chitarrista acclamato in tutto il mondo, che vanta collaborazioni eccellenti (tra gli altri, Stevie Wonder, Keith Richards, Jovanotti, Dan Auerbach, Robert Plant e Dave Longstreth) Bombino non ha mai reciso il legame con la propria terra, infatti il popolo Tuareg lo riconosce come uno dei musicisti contemporanei.

Dieci tracce diverse tra loro, ma accomunate da qualcosa che non è solo la lingua. Si tratta di un album in cui il legame con la propria terra emerge in maniera evidente. Ed è proprio questo legame che permette anche a chi non capisce il significato dei testi di percepire l’orgoglio con cui l’autore racconta questo “ritorno a casa”. Il disco unisce diversi generi musicali e li intreccia con suoni della cultura africana: strumenti a corde, percussioni, voci. Il risultato è un lavoro piacevole da ascoltare e assolutamente interessante dal punto di vista dei suoni.

1 COMMENTO

  1. Mi dispiace commentare, ma non posso farne a meno. Di improvvisazione e imprecisione ne abbiamo veramente abbastanza. Consiglio a Cristina Scarasciullo di documentarsi prima di scrivere, la “passione” (mai termine fu più abusato) non basta. Per tutto il pezzo si confondono clamorosamente il Niger e la Nigeria, due nazioni profondamente diverse come geografia, cultura, popoli, tradizioni, accomunate solo dal fiume che le divide e dal quale prendono il nome. Il Niger appartiene all’area sahariana, desertica, la Nigeria in gran parte a quella tropicale umida: due mondi completamente diversi. I Tuareg, e quindi Bombino, con la Nigeria non hanno niente a che fare. Bombino nigeriano? Ma non si può sentire!

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