La Grande Arte al Cinema. Si comincia con Klimt e Schiele

La nuova proposta di Nexodigital riparte dalla Secessione viennese

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Il 22, 23 e 24 ottobre Klimt e Schiele. Eros e Psiche
Il 26, 27, 28 novembre Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce
L’11, 12 dicembre L’uomo che rubò Banksy

Dopo il docu-film Salvador Dalí-La ricerca dell’immortalità di David Pujol, La Grande Arte al Cinema prosegue con tre nuove pellicole, per viaggiare dalla Vienna della Secessione fino alle imprese di Banksy, passando dal lato esotico dell’Impressionismo che si ispira alle stampe giapponesi. L’elenco delle sale che proietteranno le pellicole della rassegna si può trovare, periodicamente aggiornato, sul sito nexodigital.

Klimt & Schiele. Eros e Psiche diretto da Michele Mally, sarà in sala dal 22 al 24 Ottobre. Lo spettatore viene portato nella Vienna a cavallo tra la fine Ottocento e l’inizio del Novecento. È la capitale della Mitteleuropa: una città culturalmente viva, tra Sigmund Freud che interpreta sogni e psiche, la musica di Schoenberg e la pittura di Schiele, che afferma che anche l’opera d’arte erotica ha una sua sacralità. Klimt e Schiele muoiono entrambi nel 1918, insieme a quella Vienna, quell’idea culturale, sociale, politica e artistica di ‘viribus unitis’ che sta crollando assieme all’impero, mentre nel cinema si  stanno formando le personalità visionarie di Fritz Lang e Billy Wilder. Il documentario ci immerge tra i colori ammalianti dei quadri di Klimt e le linee tormentate dei nudi di Schiele, in un viaggio all’Albertina, al Belvedere, al Kunsthistorisches Museum.

Dal 26 al 28 Novembre sarà la volta del docu-film Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce di Gianni Troilo. La pellicola prende in considerazione la produzione artistica più tarda di colui che è considerato il padre dell’Impressionismo. Una pittura che riprende l’arte giapponese, rappresentando lo stagno di ninfee della villa in cui l’artista si ritira in tarda età, a Giverny: sono gli enormi pannelli de La Grand Decoration.

Ultimo appuntamento sarà L’uomo che rubò Banksy, di Marco Proserpio. Il film racconta come il misterioso artista inglese (recente autodistruttore della sua opera La ragazza col palloncino, tritata all’asta da Sotheby’s) si recò in Palestina a realizzare un murale di un soldato israeliano che chiede i documenti ad un asino. La parte “scomoda” di muro venne prelevata e messa all’asta da persone del luogo. Da questo evento il film prende spunto per discutere del diritto d’autore e della speculazione nella street art.

 

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