Bellatrix, il nuovo progetto musicale di Franco Vietti unisce testi, musica e immagini

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Franco Vietti

Si chiama Bellatrix il nuovo progetto di Franco Vietti e la prima canzone pubblicata si intitola La baia degli angeli. Gli arrangiamenti sono stati curati da Guido Guglielminetti, mentre l’interpretazione è stata affidata a Simone Nadalin.

Franco Vietti ha all’attivo moltissimi concerti in Italia e all’estero. Ha iniziato a suonare come batterista in diversi gruppi di Aosta, tra tutti gli Estrema, storico gruppo jazz/fusion del panorama musicale valdostano. Nel periodo universitario bolognese ha suonato in diversi gruppi musicali di Bologna, in particolare con gli Arctic Circle, con i quali ha registrato un disco in Inghilterra, nel Lincolnshire, sotto la produzione artistica di Will Ried DicK, successivamente inserito nella compilation Italian Rock Invasion. Gli anni bolognesi sono stati particolarmente importanti per la sua formazione musicale e per avvicinarlo alla musica italiana, grazie anche alla collaborazione con Roberto Guarino (già con Samuele Bersani e Stadio) e all’ingresso nell’entourage di Lucio Dalla. Ha concluso la sua esperienza live di batterista insieme a Davie Mancini band con diversi mini tour nel nord Italia. Lo abbiamo intervistato.

Franco Vietti

Il suo ultimo progetto si chiama Bellatrix. Quali sono le sue caratteristiche e perché ha questo nome?
Bellatrix è una stella della costellazione di Orione e mi ha sempre affascinato molto anche se non è la più luminosa, anzi, forse proprio per questo. Le stelle, di solito, danno una posizione e indicano un percorso. Mi piaceva molto quest’idea, e dunque ho l’ho scelta, ma non per dare un nome a un gruppo o una band, ma a un progetto musicale che comprende testi, musica e immagini. L’intenzione è principalmente questa.

Il brano La baia degli angeli riprende la storia di un padre e una figlia. Perché ha sentito l’esigenza di trattare proprio questo tema.
Le canzoni parlano di molte cose, a volte sono immaginarie a volte traggono ispirazione dalle proprie esperienze di vita. In alcuni momenti, parlare a una figlia può non essere facile per un padre. Ho cercato di descrivere, in un momento particolare della nostra vita, alcune situazioni come la debolezza e la forza, la voglia di maggiore vicinanza, sapendo che la strada che dobbiamo percorrere può renderci felici come può essere molto incerta. In ogni caso, penso che il testo e le immagini diano un grande messaggio di speranza.

Qual è stato il contributo di Guido Guglieminetti nella realizzazione del brano?
Guido è un maestro, un grandissimo musicista che ho avuto la fortuna di conosce molti anni fa, quanto suonava con Ivano Fossati. Poi, dopo molto tempo, l’ho contattato facendogli ascoltare alcune canzoni che avevo scritto. Lui è sempre molto impegnato e, tra le mille cose che fa, ha uno studio dove produce musica e fa corsi di livello professionale. E’ una persona molto onesta intellettualmente: se una cosa non gli piace non la fa e non ci mette le mani (e la testa). Abbiamo incominciato a sentirci e abbiamo deciso di registrare alcuni pezzi, tra cui La baia degli angeli. A mio parere, Guido è riuscito a fare un grande arrangiamento, anche se tale espressione è piuttosto riduttiva poiché ha ricreato un’atmosfera e una profondità che soltanto i grandi musicisti sono in grado di fare. C’è molto da imparare dal suo lavoro.

Il video di Alessandro Stevanon è un semplice veicolo promozionale o fa parte a tutti gli effetti del progetto?
Le immagini per me hanno una grande importanza, specie in questi tempi. Rinforzano molto la narrazione, possono valorizzarla e hanno un potente potere evocativo. E’ stato molto impegnativo, ma testo, musica e immagini fanno parte dell’idea progettuale. Alessandro è stato bravissimo.

Perché ha scelto Simone Nadalin per l’interpretazione?
Il progetto che sto realizzando è più mirato a proporre brani come autore. Io, però, scrivo solo canzoni ma non canto e, per vostra fortuna, ho anche la consapevolezza che sia meglio non farlo: a ognuno il proprio mestiere. Per La Baia degli Angeli ho chiesto a Simone, che conosco da anni, se voleva dar voce al pezzo. Simone ha un grande esperienza maturata in diversi gruppi indipendenti e attualmente è il front man dei DeaSonora, di Aosta. E’ un cantante di grande carattere e con un gran bel timbro vocale. Sono molto contento che abbia accettato.

Il suo passato di batterista ha influenzato questo progetto?
Tutta la musica che si suona e si ascolta in qualche modo influenza quello che fai. Io, sinceramente, ho suonato un po’ di tutto. Ho iniziato con la fusion e il rock, passando poi per il pop internazionale e arrivando alla musica italiana, filone cantautoriale per intenderci. La batteria è uno strumento molto pericoloso, poichè si ha la tendenza a mettere sempre qualcosa in più, mentre, specie per le cose che faccio ora, la difficoltà maggiore è invece quella di togliere e comprendere l’arrangiamento complessivo della canzone. Fortunatamente, Guido Guglieminetti, ha curato tutto l’arrangiamento de La baia degli Angeli, linee ritmiche comprese. Io non ci ho messo proprio le mani, non sarei riuscito nemmeno a pensarle!

Bellatrix nasce e finisce con La baia degli Angeli o ci sono altre novità in arrivo?
Mi auguro di no, anzi spero di aver appena iniziato. Ma occorre del tempo. Ci sono già altre canzoni pronte e registrate. Occorre valutare bene come procedere.

Un ricordo della sua carriera musicale che non dimenticherà mai?
Eh, ce ne sono tanti, alcuni molto belli e significativi, altri un po’ meno e sinceramente non saprei sceglierne uno. Diciamo, però, che i ricordi più belli sono legati alle emozioni che si provano nei due minuti prima di salire su un palco.

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Nato a Lavagna (GE) il 26 luglio 1970, nel giorno in cui si sposano Albano e Romina, dopo un diploma in ragioneria ed una laurea in economia e commercio, inizio una brillante (si fa per dire) carriera come assistente amministrativo nelle segreterie scolastiche della provincia di Genova e, contemporaneamente, divorato dalla passione del giornalismo, porto avanti una lunga collaborazione con l’emittente chiavarese Radio Aldebaran, iniziata nel 2000 e che prosegue tuttora. Per 15 anni ho collaborato anche con il quotidiano genovese Corriere Mercantile. Dal 2008 e fino alla sua chiusura ho curato il blog Atuttovasco.

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