Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

Aspirante suicida affitta killer in disarmo ma poi si pente. È un problema di disoccupazione...

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Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)
di Tom Edmunds
con Tom Wilkinson, Aneurin Barnard, Marion Bailey, Freya Mavor, Christopher Eccleston
Voto 7+

Un giovanotto per uccidersi chiede aiuto a un killer: poi cambia idea e si ritrova a dover fuggire mentre il zelante esecutore vuole onorare il contratto. Non è un’idea nuovissima, ma fa sempre ridere (con moderazione). L’antesignano è il romanzo Le tribolazioni di un cinese in Cina di Jules Verne, che diventò un film di Philippe De Broca, L’uomo di Hong Kong con Jean Paul Belmondo, che venne ripreso da Aki Kaurismaki in Ho affittato un killer. La variante introdotta da Edmunds in Morto in una settimana (o ti ridiamo i soldi), che è proprio la traduzione fedele del titolo originale, è che il killer Wilkinson, che gira a dare il biglietto da visita con la specifica “Assassino” a potenziali clienti tra gli aspiranti suicidi sui ponti e in altri luoghi pericolosi, cerca di arrivare a una quota minima di omicidi altrimenti viene rottamato. E la vittima è un giovane aspirante scrittore che ha già 10 tentativi di suicidio andati a vuoto e si sente un fallito. L’atmosfera è più seria di quel che il titolo farebbe pensare, con piccole graziose punte di umor nero anglosassone: difficile dire se la sensazione di funereo che pervade il tutto viene più dal mestiere dell’assassino o dall’ossessione per il ricamo dei cuscini di sua moglie.  E poi una meditazione finale: è bene che si avverino i nostri desideri?

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