Lo sguardo di Antonioni in 35 mm

Dal 25 novembre al 16 dicembre 2018 allo Spazio Oberdan Cineteca Italiana Milano un omaggio a uno dei maestri del nostro cinema che ha saputo rinnovare l’ estetica neorealista

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Foto film L'eclisse

Il suo cinema dell’incomunicabilità ha rappresentato lo smarrimento della società italiana degli anni Sessanta

Nasce a Ferrara nel 1912 in una famiglia della media borghesia Michelangelo Antonioni, che trascorre la sua giovinezza nel pieno del regime fascista. Dopo gli studi di Economia e Commercio all’ università di Bologna si dedica alla sua passione per la letteratura scrivendo articoli sul Corriere Padano. Poi a Roma frequenta la redazione della rivista Cinema collaborando con Roberto Rossellini ed Enrico Fulchignoni. Nel 1942 è in Francia dove con grande emozione può lavorare come aiuto regista al fianco del grande Marcel Carné. Nel ’43 può finalmente esordire come regista con il cortometraggio Gente del Po, che vedrà la luce solo nel 1947. Seguono altri due documentari, Nettezza urbana, 1948 e Amorosa menzogna, 1949 con i quali mette in luce il suo talento di attento osservatore della realtà. Del 1950 è Cronaca di un amore, film con il quale si contrappone alla tradizione del cinema neorealista raccontando con occhio psicanalitico la storia di una coppia di amanti decisi a sbarazzarsi del marito di lei, un ricco industriale milanese. Dopo I vinti, 1952 e Le amiche, 1955, Antonioni abbandona momentaneamente l’ambiente borghese per quello proletario girando nel 1957 Il grido (lunedì 26 novembre ore 16,30 e mercoledì 12 dicembre ore 16,30), l’alienazione sentimentale di un operaio che tradisce la sua classe sociale. Nel ’59 è la volta di L’ avventura (venerdì 7 ore 21,15 e sabato 15 dicembre ore 14,30), pellicola che scatena al Festival di Cannes feroci polemiche, ma anche entusiasmi in coloro che vedono nel regista un nuovo autore del cinema italiano. La vicenda di un uomo e di una donna alla ricerca dell’amante di lui misteriosamente scomparsa è solo la scusa per rappresentare la fragilità dei sentimenti umani.  Lo stile personale di Antonioni e la sua capacità di analisi dell’ uomo contemporaneo  incapace di distinguere la realtà dalla finzione, sono presenti anche nelle opere successive La notte, 1960 e L’ eclisse, 1962 (venerdì 30 novembre ore 17 e domenica 16 dicembre ore 16,30), quest’ ultima incentrata su di  due giovani alto borghesi, interpretati da Alain Delon e Monica Vitti, che tentano inutilmente di provare amore. Nel ’66 il regista, sempre più cronista della profonda crisi morale della società capitalista, gira Blow Up (sabato 1° ore 21,15, lunedì 3 ore 17 e venerdì 7 dicembre ore 17) ambientato nella Swingin London, all’epoca città per eccellenza della rivoluzione giovanile, della creatività, dei Beatles, delle minigonne di Mary Quant e dei fotografi di moda; un set ideale per esplorare in chiave di giallo ancora una volta il rapporto tra realtà e finzione.

 

 

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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