Sherol Dos Santos. X Factor elimina la migliore

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Sherol

La televisione generalista funziona secondo una regola non scritta ma da sempre applicata. Il più bravo non funziona.Il più competente non fa audience. La qualità non paga. È un controsenso ma così funziona nell’epoca dei talent show e dei reality. Argomento consunto sui cui sono stati versati fiumi di font e di parole, ma che rialza la testa e diventa di stretta attualità, tutte le volte che viene bocciato o eliminato qualcuno che si distingue dalla massa per il suo innato talento. Mi riferisco alla povera Sherol di X Factor esclusa dalla semifinale per motivi solo apparentemente inspiegabili.
Cerchiamo di capire perché. Intanto la regola non scritta del comando del media tv impone che il pubblico è ignorante e tale deve rimanere il più possibile per essere sedotto, controllato e trasformato da singola persona in singolo consumatore o cliente. C’è una sottile quanto importante differenza tra pubblico e utenza ma spesso la si dimentica. Quindi se la massa è ignorante perché offrirgli qualità e diversità? Si rischia di educarla e portarla fuori dal controllo commerciale, per cui meglio offrirgli cose di facile portata e consumo, tipo la canzone detta “classicone” che conoscono tutti, ma proprio tutti. Più la canzone è popolare meno si rischia con il consenso che deve ottenere. Lo stesso vale per il personaggio che la canta. Più tradizionale è, più voti si porta a casa. A questa regola ci cascano tutti, anche quelli che per background e immagine, sembrano essere “antitelevisivi” da sempre ma che invece sono perfettamente inseriti nel sistema, come ad esempio Manuel Agnelli, ma in questo caso la regola non ha funzionato. Perché?
Sherol è una cantante soul, da anima pura.Una che non ha studiato canto, che ha avuto un’infanzia dura per motivi familiari che lei stessa ha spiegato in tv. Una che quando canta non sorride mai, che ha sempre un’espressione quasi drammatica, tipica di chi conserva un rancore coltivato nel tempo, una delusione profonda e indelebile come un tatuaggio di un calciatore o di un rapper.
Però Sherol ha una voce pazzesca almeno per la scena italiana. Una di quelle voci che puoi trovare solo negli Stati Uniti dove la cultura black è radicata da sempre. È un puro talento naturale, un esempio di come la vera musica nasca in strada e non negli studi dei talent show. Con una come lei, data subito per “grande favorita” con il posto assicurato al Forum, la vittoria sembrava già troppo facile. Però dato che nelle gare non si sa mai, allora ecco che le si dà in pasto una serie di “classiconi” che si eseguono nei matrimoni e nelle feste di piazza quando qualcuno tenta di fare bella figura. Allora vai con le cover di Whitney Houston, Mina e Adele (mancava solo Celine Dion e poi si completava il cerchio ).
Poi si pensa di costruirle un’altra immagine, perché mica puoi andare sul palco come sei, con jeans e maglietta bianca. Allora la si veste con pailettes e abiti da matrimonio o da gran galà, un look da signora bene, dimenticandosi che la ragazza viene dalla strada come tanti suoi coetanei. Così la si spersonalizza e la si invecchia di 20 anni. Nell’ultima puntata Sherol va in scena ricordando la Iva Zanicchi di un tempo. La costruzione generalista sembra perfetta per farla vincere: look da Festival di Sanremo e classicone che conoscono anche i sordi.
SherolInvece che succede? Va fuori. Incredibile ma vero. Il pubblico preferisce un altro ragazzo invecchiato, Leo Gassman, un misto tra Renga e Albanotanto è tradizionale e teatrale nella sua esecuzione. Però lui è bianco, italianissimo, di ottima famiglia, con un cognome stranoto, bello, gentile e che piace alle mamme e alle ragazzine e infatti va in semifinale, mentre la nera Sherol pur surclassandolo in bravura, tecnica e personalità va a casa. Ora direte, ma allora la famosa regola non scritta applicata a lei, come mai non ha funzionato? Semplice. Sherol non appartiene a questa regola. Non potrebbe appartenerci neanche se le fai cantareStrani amori della Pausini o quell’inedito che le hanno rifilato.
Sherol Lei è una cantante soul, di quelle che ti strappano emozioni, gioie e lacrime se cantano pezzi come You make me feel like a natural woman nella versione di Aretha Franklin. Ma figuriamoci se le danno una cover del genere. È un successo troppo americano e da anni settanta per essere ricordata in Italia. Vai a chiedere a una qualsiasi ragazza del pubblico se sa chi è Carole King. Magari la scambia per la testimonial di una catena di hamburger, ma di sicuro non sa chi è, né conosce la sua canzone. Risultato: va a casa la migliore, e non solo la migliore di questa edizione di X Factor ma di sempre. Va a casa la più competente, quella che per vincere non ha bisogno di nessun trucchetto o furbizia generalista. Va a casa per la regola applicata a lei, di cui non ne aveva assolutamente bisogno. Bastava solo lasciarla libera di essere quello che è. Ci auguriamo che Sherol si tolga di dosso scarpe da tacco 12 e pailettes e trucchi pesanti e che canti le meravigliose canzoni soul che sa fare, magari con le scarpe da ginnastica e una semplice tuta. I classiconi da matrimonio a lei non servono a nulla. Intanto noi nasciamo sanremisti e moriremo tali… perché Sanremo è Sanremo.
Chiudiamo con il video-diario di Sherol, realizzato prima della messa in onda della puntata.

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Ha iniziato a lavorare nella discografia nel 1975, collaborando tra gli altri con Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Roberto Benigni, Skiantos e Roberto Vecchioni. Per la TV, è stato capoprogetto e autore di innumerevoli programmi musicali e produttore esecutivo di molti format. Ha scritto per Antonio Ricci, Piero Chiambretti, Gene Gnocchi, Serena Dandini, Simona Ventura, Mara Maionchi e tanti altri. Inoltre ha pubblicato sei libri, tra i quali Skanzonata (Skira editore), Talent shop – dai talent scout a Talent show (Arcana), Cesate Monti, l’immagine della musica (Crac Edizioni) e Artisti in galera (Skira). È anche regista di video clip, film e documentari biografici. Ha vinto un Premio internazionale con il film Il sogno di Yar Messi Kirkuk . Attualmente è regista del tour teatrale Love & Peace di Shapiro-Vandelli. Scrivere è la sua passione.

4 COMMENTI

  1. Sono d’accordo, completamente d’accordo.
    Gli abiti, le canzoni: tutto orribile!
    Gli unici che hanno resistito a tale scempio sono stati i Bowland.
    Anche Naomi, un altro talento, viene camuffata in un modo immondo.
    Questi travestimenti funzionano solo sui mediocri, mentre danneggiano i migliori.

  2. Ciao Roberto
    +io conoscevo la sua voce da da qualche anno, attraverso un amico che mi aveva fatto ascoltare dei provini, un talento eccezionale, decisione inspiegabile

  3. Una scelta assurda quella di eliminarla. La più brava in assoluto, la mia preferita. Io spero, ma credo che così sarà, che avrà giustizia nel mondo musicale. Attendo fiduciosa.

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