Capolavori del cinema polacco nei cent’ anni dall’ indipendenza

Da martedì 4 a venerdì 7 dicembre 2018 al cinema Trevi, la sala della Cineteca Nazionale di Roma, dieci film di grandi maestri tra i quali Wajda, Polanski, Kieslowski, Zanussi, Kawalerowicz, Kutz, Holland

0
Foto film Il coltello nell'acqua

La retrospettiva è organizzata dall’ Istituto Polacco di Roma, dalla Cineteca Nazionale e dall’ associazione La Farfalla sul Mirino 

È una stagione fertile, quella degli anni 1955-1962, nella quale il cinema polacco vede nascere una corrente di giovani cineasti di talento che in qualche misura anticipa la Nouvelle Vague francese. Nato a Parigi, ma cresciuto a Varsavia, Roman Polanski,  dopo aver frequentato la scuola di Lodz, nel 1962 gira Il coltello nell’ acqua (mercoledì 5 dicembre ore 20,45), il suo esordio nel lungometraggio che racconta l’ ambiguo rapporto instauratosi tra un giornalista, sua moglie e un autostoppista accolto nella loro barca per trascorre il weed end.  Nel 1958 quattro anni prima molto interesse suscita Eroica (mercoledì 5 ore 17) di Andrzej Munk, due episodi incentrati sui rapporti tra i polacchi e le loro tradizioni, mentre nel 1959 ottiene un buon successo, Il treno della notte (mercoledì 5 ore 19) di Jerzy Kawalerowicz, opera dedicata all’ importanza dei sentimenti e degli affetti che si svolge durante un viaggio in treno tra Varsavia e Hel. Nel 1962 è la volta di Wojciech Jerzy Has, regista di Come essere amata (martedì 4 ore 19 dopo la presentazione della rassegna a cura di Michal Chacinski, Malgorzata Furdal e Roberto Turigliatto) dal romanzo di Brandys ambientato nel corso della seconda guerra mondiale. Del ’65 è Il salto (martedì 4 ore 17) di Tadeusz Konwicki, storia di un forestiero arrivato in un villaggio della campagna polacca asserendo di esservi stato nascosto durante l’invasione nazista. Altri film da non perdere sono il noto La struttura di cristallo (venerdì 7 ore 22 circa dopo l’incontro moderato da Gianluca Arnone con il regista Krzysztof Zanussi), il confronto tra un meteorologo  isolato con la moglie in una casa di campagna e un suo collega dell’ università venuto a trovarlo;  Il sale della terra nera (venerdì 7 ore 17), 1969 del grande Kazimierz Kutz, che racconta l’ insurrezione contro i tedeschi dell’ agosto 1920  nella Slesia nera di carbone; La terra della grande promessa (giovedì 6 ore 17,30), 1974 di Andrzej Wajda, un dramma storico incentrato nel 1880 durante l’ inizio della rivoluzione industriale; Il caso (giovedì 6 ore 21), 1981 di Krzystof Kieslowski, storia di un comunista  che lascia amareggiato la sua patria a causa delle difficoltà incontrate e ancora Attori di provincia (venerdì 7 ore 19), 1978 di Agnieszka Holland, le vicende d una compagnia teatrale di provincia che cerca di aprirsi la strada al successo e ai teatri di Varsavia.

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome