Rolling Spider Parrot: il ragno drone che vola e corre

i nuovi mini Droni Rolling Spider e Jumping Sumo, a terra e in aria con ruote e eliche

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All’aviazione americana piace “giocare” con i droni, tanto da stabilire che nei prossimi anni solo velivoli senza pilota saranno utilizzati per azioni militari.  Giochi meno pericolosi si possono fare con i nuovi mini Droni Parrot Rolling Spider – versione rimpicciolita del più famoso AR.Drone che include una coppia di ruote laterali che gli consentono di muoversi non solo in tre direzioni nell’aria, ma anche a terra e Jumping Sumo, anche lui dotato di una coppia di ruote laterali e che può addirittura saltare molto agilmente grazie a sospensioni a molla. Compatti e dotati di grande agilità  si  pilotano tramite Bluetooth, grazie all’applicazione gratuita FreeFlight3 per smartophone e tablet iOS e Android, e per Windows 8.1 e Windows Phone 8.1. Rolling Spider ha una struttura in poliamide, pesa solo 55 grammi e vola in ambienti interni ed esterni, sale dal pavimento al soffitto e volendo esegue anche giri della morte. Dotato di telecamera, scatta foto che vengono salvate nella memoria (1GB). Bisogna poi  trasferirle e guardarle al computer. La batteria (ricaricabile USB ) dura 8 minuti. Specialista in capriole, il Parrot Jumping Sumo esegue rotazioni di 90 e 180 gradi, salta 80 centimetri in altezza e lunghezza e viaggia veloce a  due metri al secondo. La batteria dura 20 minuti. Anche  il Sumo può scattare foto e riprendere video che, a differenza del Rolling ,si possono vedere immediatamente su tablet o smartphone. I nuovi droni Parrot sono sicuri: i motori si bloccano quando le eliche avvertono un contatto. Decisamente accessibili i prezzi: 99,9 euro per il Rolling e 159,9 euro per il Sumo. In vendita da agosto 2014.

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Sono nato a Milano. Negli anni 80, laureato in filosofia, ho iniziato come copywriter all’Ufficio Pubblicità  di Rizzoli Libri.  Negli anni 90 ho collaborato con l’Europeo  - novità tecnologiche - e successivamente con Brava Casa, Anna, Milleidee e Max. All’inizio del nuovo secolo, addetto stampa alla start up che ha creato RCS WEB, ho continuato  a scrivere su Max,  con contributi al mitico spin off tecnologico Max 2.0 ora da collezionisti. Collaborazione proseguita in Gazzetta dello Sport.it.  Dal 2009 al 2012 ho scritto anche sul  mensile filosofico scientifico KOS. Il mio avatar l’ha  scelto mia figlia Irene, con la quale condivido l’idolatria per Bob Dylan, ma che non sopporta la mia passione per le opere di Mozart.

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