Io, proprio io

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Ciao a tutti,

sono Chimena Palmieri, classe 1963.

Lavoro presso l’Università Politecnica delle Marche da 30 anni, e mi sento tutto meno che Funzionario Amministrativo Contabile, come recita il mio stato di servizio.
Ho iniziato nel 1985 come coadiutore giurando fedeltà allo Stato, mi ci ritrovo  oggi da funzionario senza obbligo alcuno di fedeltà se non quello morale. L’Università italiana è cambiata molto in 30 anni. Stare a capo di un Dipartimento, come sto io, è come stare in una ditta privata; il “mio” ha una coorte di 100-120 persone, le stesse dimensioni previste dalla UE per una PMI.

Ho studiato da ragioniere, ho finito per laurearmi in Sociologia. Mi è sempre piaciuto osservare la gente, cercare di capire i meccanismi di certi comportamenti sia dei singoli che dei gruppi; la laurea è stata per me fonte di immensa soddisfazione, in ogni senso. Per il lavoro mi son serviti tutti e due: il far di conto, il conoscere il mio prossimo e imparare ad andarci d’accordo e a farci andare gli altri che collaborano con me. Gli altri attributi me li son dovuti far sul campo.

Ho sempre vissuto tra Marcelli, un piccolo paese sul mare della Riviera del Conero, e Ancona, dove attualmente vivo e lavoro. Con i suoi limiti e i suoi pregi adoro la mia città, ma mi manca molto un certo rapporto col mare, quotidiano e intenso, che Ancona non può avere. D’estate cerco di rifarmi, ma il mare d’estate …non è la stessa cosa. È di tutti, e di nessuno. Mentre d’inverno era solo mio.

Leggo e scrivo da quando ho imparato a farlo, a quattro anni. Da allora leggere e scrivere sono due delle mie grandi passioni. Altre due riguardano la musica di Luciano Ligabue, che mi ha tenuto per mano, e che mi ha portato qui, e mio figlio Francesco, che porto nel cuore. L’ultima la tengo per me.

Lo ammetto, sono una persona esigente, complicata. Con gli anni sono cresciuti i dubbi ed in maniera inversamente proporzionale mi sono calate le certezze; e non so dire se questo, alla fine, sia stato meglio o peggio. I miei amici, quelli che io chiamo tali, mi amano per quella che sono, e io gliene sono grata, perché con me ci vuole una gran pazienza.

Amo, pratico e pretendo coerenza, alla quale tendo e tengo molto. Sopra ogni cosa amo ridere e chi mi fa ridere: cosa sempre più rara, e infatti mi ritrovo single felice, per scelta e senza rimedio, da tempi non sospetti.

Mi piace molto scrivere, come dicevo: nel 1997 ho pubblicato autofinanziato “Due mondi”, una raccolta di racconti brevi e poesie, a tema vario, in lingua e in dialetto. Nel 2010 ho pubblicato con Sonzogno Editore “Sette notti con Liga”: sette racconti aventi come tema centrale incontri improbabili, ma possibili, di una fan con il suo idolo Luciano Ligabue, giocati sul filo dell’ironia. Attualmente è in corso d’opera sul sito www.bookabook.it la campagna di crowfunding per il mio nuovo lavoro, un romanzo, intitolato Raval: una storia che racconta di invidie feroci, e di bellezza, e del male che può scaturirne quando nelle persone l’invidia si posa sulla bellezza altrui.
E adesso sono qui, a cercare di dirvi qualcosa su quello che so, che conosco, che ho conosciuto e per come e quanto io l’abbia fatto: Luciano Ligabue e il suo mondo, quello dei fan; e il mondo visto con gli occhi di uno di loro.

 

 

 

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