Status
di Marracash
(Universal)
Voto 7
A distanza di decenni dalla nascita dell’hip hop si continua a parlare di un genere che a ogni nuova stagione viene “scoperto” dai media e dalle televisioni. Si discuteva anche di questo alla presentazione milanese di Status, nuovo album di Marracash. Essendo il genere favorito dai giovanissimi, anche i talent hanno capito l’utilità di inserirlo nelle loro trasmissioni.
«Avevano chiesto anche a me di partecipare come giudice a X Factor, ma non ho accettato» rivela Marracash. Poi aggiunge: «sono stufo di vedermi rappresentato nel mucchio sui vari articoli che ogni giornale dedica all’hip pop italiano. Sarebbe opportuno che i giornalisti cominciassero a distinguere cosa è hip pop e cosa soltanto pop».
A distanza di tre anni dal precedente King del rap Marracash tenta la carta della produzione dal taglio internazionale. L’album lo ha registrato tra Milano, Londra e Los Angeles, ed è stato mixato da Anthony Kilhoffer, braccio destro di Kanye West.
«In America trovi le condizioni ideali per realizzare un album dal suono internazionale» dice Marracash. «Se ami il rap i bassi li devi sentire, mentre nella canzone italiana la batteria è assente. A Los Angeles ho incontrato Vasco Rossi, che mi ha confermato che se cominci a frequentare gli studi di registrazione americani diventa difficile poi farne a meno. Per esempio trovo che una canzone come Guerriero di Mengoni sia stata realizzata bene e anche Sabato di Jovanotti mi piace molto, perché parla anche di disoccupazione. Guarda caso, entrambi sono stati registrati in America».
