JOHN WICK di David Leitch e Chad Stahelski con Keanu Reeves
Ahi ahi ahi, John Wick. Il ritorno di Keanu Reeves. Se ne parli male rischi di apparire antiquato. Vediamo un po’. Mafiosetto russo uccide cane e ruba macchina d’epoca a ex killer pro John Wick a cui è morta la moglie di malattia. Il cane era un dono postumo della moglie. Ok, gli hanno ucciso la moglie una seconda volta. Orrore nell’ambiente. Quando il padre del mafiosetto lo viene a sapere manda 12 killer. Wick li stende e chiama un certo servizio: Voglio prenotare per 12 coperti. Arrivano i pulitori. È la battuta più bella: si scopre che esiste un mondo parallelo di servizi per killer, costosissimo, che comprende alberghi, macchine, eccetera e invece della carta di credito usano monete d’oro. Fine delle trovate. Il resto è John Wick che cerca il suo bersaglio e uccide tutto quello che trova sulla sua strada. A un certo punto il film diventa muto (a parte spari e altri rumori), gli stuntmen godono e il critico comincia a pensare: cinema di Hong Kong? Mah. Tarantino? Ma no, dai. Cinema orientale della vendetta? Eh, magari. No. Post-Matrix-arti-marziali-citazioni-su-su-su-fino-alla-mitragliatrice-di-Django-quello-bianco-con-Franco-Nero? Ma non scherziamo. Un fumetto che ti è sfuggito e invece è dannatamente di moda? Macché. Keanu Reeves che cita in chiave killer il Keanu Reeves cacciatore di demoni di Constantine? Ma che film ti stai facendo?! Ops, mi sono distratto, quasi tutti morti, il film è finito. E se diventasse un serial come Il giustiziere della notte? Un film, una provocazione, una vendetta. Preparatevi ai sequel
Alcuni contenuti o funzionalità non sono disponibili senza il tuo consenso all’utilizzo dei cookie!
Per poter visualizzare questo contenuto fornito da Google Youtube abilita i cookie: Clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.