L’american dream di Tom Petty

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Hypnotic Eye
di Tom Petty & the Heartbreakers
(Reprise Records)
Voto: 7 1/2

È il riff rassicurante ed epico di American Dream Plan B ad aprire la nuova fatica discografica del Seminole di Gainesville, Florida, e degli Spezzacuori suoi complici, che quest’anno festeggeranno il quarantennale di attività. Un album che rocca & rolla il giusto con un bel sound nervosetto, corposo e pieno come giusto che sia, prodotto bene, con variazioni e fughe strumentali dietro ogni angolo di canzone. Una dichiarazione di fedeltà alla linea rock’n’roll a tutti i costi, insomma; un’opera che ripercorre e arricchisce la carriera di Tom Petty e della sua band come rockers a tutto tondo. I primi tre brani dell’album sono degni di rientrare nell’antologia del miglior Tom Petty di sempre, e anche variazioni sul tema come il blues di Full grown boy, Burnt out town e dell’indolente Power Drunk, la dolcezza country di Sins of my youth, l’hard pop di All you can carry, o il garage beat di Forgotten Man, si ammantano del sound jingle-jangle via Byrds che da sempre caratterizza il nostro e le sue opere.

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Merito di ciò va al combo collaudatissimo e musicalmente più che notevole degli Heartbreakers, guidati da Mike Campbell (chitarre) e Benmont Tench (organo, piano, tastiere) e completati da Steve Ferrone (batteria), Ron Blair (basso) e Scott Thurston (chitarre, armonica a bocca). Una band che da sempre mostra belle cose, e che ancor oggi continua, imperterrita, a coadiuvare al meglio il suo leader. Niente male davvero.

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