Torpedo Blu, jazz made in Piemonte

Chitarra e violino: tra inediti e cover, il primo ep dei Torpedo blu

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Torpedo Blu
dei Torpedo Blu
Voto 7


Oggi vi voglio parlare di un progetto giovane e di qualità. Si tratta di un duo piemontese: i Torpedo Blu. Anais Drago, violinista giovanissima ma con un curriculum che potrebbe far rabbrividire le più grandi star internazionali. Diplomata al conservatorio con pieni voti, un anno passato a studiare a Londra e una borsa di studio vinta per la Berkley University di Boston. A pianta stabile nel gruppo Faber per sempre, con Pier Michelatti, storico bassista di De André, e due partecipazioni ai prestigiosi Lucca e Umbria Jazz. L’incontro con Giacomo Lamura avviene nel 2012, quando entra a far parte dei Lake 47, la più affermata band country italiana, in cui Lamura, dopo un inizio di carriera prettamente rock, militava già da alcuni anni come chitarrista solista.
Bene, i due hanno deciso di registrare un ep in cui sintetizzare i loro studi e diversi bagagli culturali. Sette brani, di cui quatto cover. Senza strafare, i due ragazzi riescono a garantire un disco bello con l’ausilio di due soli strumenti, senza mai perdere di vista l’essenza delle canzoni, pur adattandole alle esigenze della natura di un duo acustico.
L’esperimento è perfettamente riuscito con i tre inediti, con un jazz cantautorale che attinge dai grandi del passato, Paoli, Conte e il primo Gaber su tutti, strizzando l’occhio alla contemporaneità. Solida è la base acustica di Lamura, su cui può librarsi il violino della Drago, nei suoi virtuosismi. Fil rouge dell’ep è l’amore, visto però sotto prospettive stravaganti: è pur sempre jazz, mica del pop strappalacrime! Si va da Signorina Monica (clicca qui per ascoltate il pezzo), donna prototipo di questi tempi, insoddisfatta da una vita all’apparenza perfetta, in realtà banale e frustrante.
Un mago
è invece la storia di un vecchio mago alla ricerca di un qualcosa tra i resti di una civiltà ormai morta. Quel qualcosa è la donna che ha sempre amato, e forse anche il mago è altro rispetto a quello che ci è presentato. Con Uno, nessuno, centomila, Lamura si rifà al celebre romanzo di Pirandello per raccontare tutte le sfaccettature della sua personalità. Testo che trova riscontro in una musica fresca e vivace, che si allontana dal solco jazz a cui ci avevano abituato i primi due pezzi. Le cover sono Torpedo blu di Gaber, in cui i due musicisti rivelano tutta la loro preparazione tecnica da jazzisti consumati, Bambini di Paola Turci, Una città per cantare di Ron e Bambino io bambino tu di Gino Paoli.

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