Rachele Bastreghi, dai Baustelle alle “Marie”

La Rachele già la si conosce, è parte integrante e non è poco, dei Baustelle, suo è l’occhio della copertina di Amen e i suoi sospiri che credo abbiano risvegliato clamori adolescenziali anche nei presenili.

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Marie
di Rachele Bastreghi
(Atlantic)
Voto 7


La Rachele già la si conosce, è parte integrante e non è poco, dei Baustelle, suo è l’occhio della copertina di Amen e i suoi sospiri che credo abbiano risvegliato clamori adolescenziali anche nei presenili. La si conosce come valida musicista, come cantante e come autrice, come poseur in un perfetto gioco di scambi con l’immagine bohemiene della band e la crudezza pasoliniana ed altro dei testi. Qualcuno, non il sottoscritto, l’ha anche conosciuta guardando una fiction, Questo nostro amore’70, dove la Rachele interpretava Marie, guarda caso una chanteuse.
marie-cd-cover-rachele-bastreghiPare che proprio dal suddetto sceneggiato (eh, già, si chiamavan così…) sia nata l’idea, in realtà io credo già in nuce da mò, di realizzare un piccolo esordio solita con sette brani di cui due cover eccellenti (Patty Pravo ed Equipe 84) che non sfigurerebbe come colonna sonora dell’Italia del cinema di genere che non c’è e che non tornerà più. Attorniata da la creme de creme della nuova scena italiana si guadagna pure la partecipazione straordinaria di Mastro Mauro Pagani e questo già la dice lunga sull’investimento, no?
Brava la Rachele, premio macchina del tempo anche a lei. E per oggi mi va di chiamarla con il “la” davanti, da paesano, và.

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