A raccontarlo sembra incredibile, ma invece è tutto vero.
The endless river, l’ultimo disco dei Pink floyd, arrivato a 20 anni di distanza da The division bell, per mesi è stato oggetto di ricerca di indiscrezioni, anteprime sulle canzoni, notizie, e qualunque cosa che potesse portare uno scoop in anteprima. E invece le versioni demo di alcune tracce dell’album già si potevano ascoltare proprio da vent’anni, insieme ad altri inediti di David Gilmour, che ha curato la colonna sonora di un documentario scientifico dal titolo Colours of infinity, di Arthur Charles Clark, noto scrittore di fantascienza (2001: Odissea nello spazio, tanto per citarne uno), scomparso nel 2008.
Il documentario dura circa 53 minuti e parla della geometria del mondo dei frattali. Un frattale è “un oggetto geometrico dotato di omotetia interna: si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all’originale. Questa caratteristica è spesso chiamata auto similarità oppure autosomiglianza.” (Wikipedia)
La colonna sonora di questo filmato è completamente affidata a David Gilmour, e tra i 38 minuti di musiche inedite si possono trovare delle parti strumentali scritte apposta per l’occasione, ma anche delle demo, o versioni alternative, di canzoni già edite, oltre che di quelle che sarebbero poi finite su The endless river. Tra i vari brani si possono distinguere Calling (in una versione molto simile a quella di The endless river), High hopes (in versione strumentale), On the run (in una versione inedita e suonata completamente da Gilmour), Ebb and flow e Sum (altri pezzo del nuovo album). A chiudere il documentario, sui titoli di coda, c’è un inedito strumentale lungo quasi quattro minuti, suonato in stile A momentary lapse of reason.
Il documentario andò in onda per la prima volta il 7 settebre 1996 su Channel 4 e c’è anche un che tratta di ciò che si vede nel filmato, con un interessante capitolo dedicato alla sua creazione, in cui si parla anche di Gilmour: il regista Nigel Lesmoir-Gordon narra di averlo conosciuto a Cambrige, quando era ancora un adolescente, e di averlo visto crescere insieme ai Pink Floyd. Racconta di aver portato la versione “demo” del documentario a casa di David e di averglielo mostrato più volte fino a quando Gilmour ha acconsentito al creare le musiche.
Oggi, dopo ben 20 anni, è stata aperta una sottoscrizione su Indiegogo per restaurare il filmato, e realizzare una nuova versione riveduta e corretta, ma soprattutto in 3D. L’obiettivo è di 190.000 dollari, e si può contribuire tramite questo link.
Se avete voglia di fare un viaggio nel mondo dei frattali, cullati dalle note di David Gilmour, su Amazon potete trovare sia il libro che il dvd del documentario, oppure guardarlo direttamente su YouTube.
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