Se è usato per sorvegliare gli stili di vita altrui Facebook procura invidia e una brutta discesa nella depressione. Lo studio, opera di ricercatori dell’Università del Missouri, Margareth Duffy, Patrick Ferrucci e Edson Tandoc (pubblicato in Computers and Human Behaviour) dopo l’analisi di un campione di social addicted nel tempo è arrivato alla conclusione che quanti usavano Facebook non per scoprire e condividere, ma per controllare quanto erano più belle, ricche e desiderabili le vite altrui, passavano dall’invidia alla depressione.
Su Beliefnet.com ha già risposto, forse con un impianto meno scientifico, con 5 step per curare la malattia, tale Jennifer E. Jones, blogger di Beliefnet, che si definisce “utente di Facebook e resistente al mostro dagli occhi verdi” (che però ci sembrava, in Shakespeare, Otello, la gelosia d’amore…)
1) Ammetti il problema (come si fa tra gli alcolisti anonimi)
2) Non odiare: se uno ha successo metti un like
3) Smettila di fare paragoni. Ognuno è unico.
4) Ricorda che ognuno posta il meglio di sè. Non è detto che quella sia la realtà…
5) ESC. Ovvero, stacca, spegni e vai a fare un giro nella vita reale.