Ai (suoi) bei tempi che furono, Rupert Everett si presentava al Festival del Cinema di Venezia vestito da pseudomendicante: “Macchè sex symbol, sono solo un punk”. Senza darla a bere a nessuno ovviamente, tra le pernacchie dei presenti. Bob Dylan più di recente ha fatto meglio, col suo aspetto da senza tetto premiato dalla polizia con fermo e arresto per vagabondaggio, prima del riconoscimento e del rilascio con tante scuse e un autografo per l’appuntato di turno. Ma c’è chi batte tutti a mani basse, e l’ha constatato in prima persona un mio conoscente. E quel che è peggio è che è tutto vero, come dice Ivano Fossati.
Il mio amico è proprietario di un negozio dietro Piazza San Marco a Venezia, dal quale si assenta spesso durante la giornata. Un tardo pomeriggio di fine estate di qualche anno fa la commessa lo chiama al cellulare.
“Roberto, scusa ma dovresti venire in negozio, abbiamo un problema con un cliente”
“Che problema?”
“Ha fatto acquisti per una montagna di soldi, ma la sua carta di credito è rubata”
“Sei sicura?”
“Ho già chiamato la polizia”
“Lui è lì in negozio?”
“Sì. Corri, la polizia sta arrivando”.
“Arrivo”.
Roberto si precipita per le calli. Quando arriva in negozio la polizia è già lì e ha bloccato un tipo trasandato con capelli lunghi sporchini, barba sfatta e occhiali da vista che fa scena muta. Insieme a un agente di PS, Roberto dà un’occhiata a carta di credito e passaporto: il nome è lo stesso su entrambi i documenti, John Cristopher Depp. Basito, Roberto guarda la commessa.
“Ma questo è Johnny Depp, l’attore. Non l’hai riconosciuto?”
“Chi?”
“Johnny Depp, la star di Hollywood, hai presente?”
“Io ho presente che questo signore mi ha dato una carta chiaramente rubata”
“E tu come hai stabilito che è rubata?”
“Perché ho visto il clochard che me l’ha data. Non so di chi sia, ma non è possibile che sia sua”
Roberto guarda i poliziotti.
“Scusate, ma non avete visto che lui è Johnny Depp e che il nome sul passaporto è lo stesso di quello sulla carta di credito?”
“Qui c’è scritto un altro nome, John Cristopher Depp. Noi dobbiamo accertare identità e validità dei documenti”
“Mi scusi Mr. Depp, sono mortificato”, sussurra il mio amico. Dopo un po’ la polizia restituisce passaporto e carta di credito a Johnny, che durante tutto questo teatrino è rimasto in silenzio. Mi piace pensare che abbia fatto tutto di proposito. Così, per vedere cosa succedeva e come andava a finire, magari per giungere alla conclusione che essere una star di Hollywood molto spesso non conta un c###o.
Il nome del mio amico l’ho cambiato per proteggere un quasi innocente.