Siamo in dirittura d’arrivo. Non so cosa voglia dire correre una Milano – Sanremo, ma mi sa che alla fine l’effetto è questo: ti senti un po’ devastato. Per una settimana vai avanti senza un attimo di tregua e quando arriva il sabato dovrebbe passare a qualcuno a raccoglierti col cucchiaino. I ritmi sono serratissimi; tra interviste, foto, tweet, prove, ospitate radio e tv, cambi d’abito, make up, esibizioni negli ultimi giorni non ho avuto nemmeno il tempo di stare un po’ con i miei genitori, con nonna Anna e con la mia cagnolina Dolly. A proposito della mia amatissima nonna, da ragazza era di una bellezza allucinante. Quando rivedo le sue foto resto incantata. E lo sapete vero che nel mio album precedente, L’amore è femmina, c’era una canzone intitolata Anna che dice: “Lei era bella / come vuoi tu / che non potevi neanche guardarla / un secondo di più / era bella così / tra deboli eroi / era bella che ci morivi a sfiorala lo sa / è andata così / come vuoi tu”. Ecco, nonna era esattamente così.
Per quanto riguarda la mia esibizione di ieri sera mi sono proprio divertita. Sul palco sono stata davvero bene. Niente #occhidelterrore come mercoledì. Stavolta ero perfettamente a mio agio e spero di aver regalato anche a voi tre minuti di sano divertimento.
A farmi star bene hanno contribuito anche gli abiti di Vivienne Westwood: me li ha letteralmente cuciti addosso e quando ne indossi uno senti che la tua femminilità è valorizzata al massimo. Questa fantastica donna ha un paio d’anni più di mia nonna, ma in ogni cosa che fa continua a metterci l’entusiasmo di una ragazzina. Ci incontriamo tutti gli anni per le sfilate. È una persona semplicemente incredibile. Con la storia che ha alle spalle, potrebbe permettersi atteggiamenti un po’ alteri. Invece tratta tutti con cordialità e non l’ho mai vista nemmeno per un istante essere sgarbata. Ti guarda con occhi da bambina curiosa e fa un sacco di domande.
Bene. Questo è tutto. Vi saluto con un esagerato… stay soul!!!