Mortdecai. Uno snob tra Bond e Wodehouse

Johnny Depp che fa Johnny Depp in variante dandy veteroinglese

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Mortdecai di David Koepp
con Johnny Depp, Gwyneth Paltrow, Paul Bettany, Ewan McGregor, Olivia Munn
Voto 7-  

Lezioso mercante d’arte e d’armi, sempre sull’orlo del fallimento, ammanicato coi servizi segreti, con l’ossessione dei baffi a manubrio che provocano conati alla sua gelida moglie (e a lui conati di riflesso), amante dei castelli, delle Rolls e dei dipinti, col culto dei caminetti, delle giacche da camera e delle pantofole con lo stemma, vola per tutto il mondo per risolvere il mistero di un Goya ritrovato e trafugato. Mortdecai, il film, ha pessima fama e tutte le recensioni l’hanno demolito, e in effetti è quasi comprensibile, poveretto: è un film cicisbeo, rococò, vanesio e quasi inesistente per il mercato attuale (quindi inattuale, quindi quasi di culto prima ancora di cominciare) che strizza l’occhio ai birignao del cinema inglese degli anni Sessanta (spionaggio, old England, arte, moda e un modo di parlare da macchietta dandy) e li fonde con la paccottiglia del cinema attuale (superbande di criminali in mano a miliardari russi e compagnia cantante). Mortdecai viene dai romanzi di Kyril Bonfiglioli ed è un personaggio snob senza storia attorno: la storia è lui, in autocontemplazione delle sue potenzialità. Francamente solo Johnny Depp, che ormai rappresenta un settore a parte del cinema mondiale, poteva affrontare tanto snobismo che non è mai comico o d’azione, ma quasi metacinema di contemplazione con citazioni a volte davvero lepide. Basti pensare a quanto dialogo è centrato sul taglio dei baffi o no e a come ricordi a sua moglie il pelo pubico del sesso femminile. Perfetto il giudizio di Rotten Tomatoes: aggressivamente strano e volutamente poco divertente. E potremmo aggiungere quasi allegramente malsano. Una chicca negativa per gentlemen morbosi.

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