Il suo nome era Huddle William Ledbetter, ma tutti lo conoscono come Leadbelly, soprannome scelto dal fatto di ritrovarsi un proiettile di piombo (“lead”) nella pancia (“belly”) dopo una serata molto animata e di non esserselo mai fatto togliere. Una vita vagabonda e violenta, soprattutto per un nero nato in Louisiana alla fine del diciannovesimo secolo, dove il colore della pelle, a prescindere, forgia la colpevolezza e attira la legge (dei bianchi) anche in caso di palese innocenza. E, in casi del genere, novanta volte su cento, cattivi poi lo si diventa per davvero. Nasce, a Mooringsport, Louisiana, il 23 gennaio 1885. Quando ha cinque anni, la famiglia si trasferisce nel Texas, dove ha inizio il suo interesse per la musica, su incoraggiamento di uno zio che gli regala una fisarmonica. A sette anni scappa per la prima volta di casa. Alcuni anni dopo arriva la prima chitarra, e con essa la frequentazione quotidiana di cattive compagnie come musicisti, ladri, prostitute e vagabondi in transito nella zona. Nel 1906, ventunenne, lascia casa per vagare Texas e Louisiana nel tentativo di vivere del mestiere di musicista. I dieci anni successivi li trascorre vagabondando attraverso i territori del sudovest statunitense, suonando la chitarra quando possibile e lavorando quando necessario. Va a suonare nei club per neri delle cittadine della Louisiana e poi a Dallas (dove nel 1915 incontra Blind Lemon Jefferson), Texas, altro posto dove essere neri è reato a prescindere, almeno allora. Per mantenersi lavora come raccoglitore di cotone, operaio delle ferrovie, facchino e manovale, e a volte anche come chitarrista d’accompagnamento (molto richiesto, tra le altre cose) per altri musicisti. E’ molto richiesto anche come amante, soprattutto da donne bianche e sposate. Grande bevitore, si dice, anche fino a non capire più niente tranne come far suonare una chitarre e cantare. Le sue abitudini brutali e lo stile di vita disordinato e violento, unite al razzismo Dixie d’inizio Novecento, lo conducono spesso e volentieri dietro le sbarre. Ci finisce nel 1916 e all’inizio degli anni ’30. E quella seconda volta, ironia del destino beffardo, è un vero colpo di fortuna; nel 1933, detenuto per tentato omicidio nel penitenziario di stato della Louisiana, a Huntsville, incontra l’etnomusicologo John A. Lomax e il figlio Alan, in viaggio per il sud per conto della Library of Congress per raccogliere e registrare le ballate tradizionali folk, tramandate fino a allora solo per via orale.
I due si rendono conto che le prigioni del sud degli States sono tra i luoghi più fertili ove reperire canzoni di lavoro, ballate, spiritual e canti tradizionali. E Leadbelly, per loro, è una scoperta del tutto inaspettata. Il suo vagabondare decennale lo ha reso un vero e proprio juke-box umano di musica folk e blues, dal delta Blues in poi. Incide vari brani all’interno del penitenziario e nel 1934, uscito dietro grazia del governatore dello Stato (che, si racconta, fosse commosso da una sua canzone…), raggiunge il Texas per mettersi a disposizione dei Lomax. Questi, per tutta risposta, lo portano nel nord degli States per permettergli d’intraprendere una vera carriera musicale. E bravo e musicalmente colto com’è, Leadbelly non tarda a scalare i gradini della notorietà; arriva a conoscere Cab Calloway ma tra i due non nasce amicizia, anzi: Huddle promette di rompergli il muso, a quello Zio Tom imbrillantinato, e qualche tempo dopo minaccia con un coltello anche Lomax padre, rompendo così l’amicizia che lo aveva portato fuori di galera. Ciononostante, o forse proprio grazie a questo, nel 1940 diviene ben noto presso l’industria musicale. Si mostra cantante e chitarrista a dodici corde dotatissimo, capace di unire, fondere e mescolare generi quali di cultura sia bianca che nera come folk, cakewalk, ragtime, barrelhouse, cajun, boogie woogie e bottleneck. Nei nove anni successivi la sua notorietà cresce insieme al suo successo finché, durante un tour europeo, gli è diagnosticata la sclerosi laterale che lo conduce alla morte il 6 dicembre 1949. Il giorno dopo, il 7 dicembre 1949, nacque Tom Waits, che in una vecchia intervista dichiarò: “Lui se ne andava, io arrivavo, certe cose non succedono per caso”.
Il caso, già. Lo stesso caso che fa sì, ennesima ironia creata ad hoc, che il vero successo di Leadbelly sia postumo. La casa discografica Folkways riedita in più edizioni, a partire dal 1950, tutte le sue sessioni d’incisione compresa “Woody Guthrie With Leadbelly, Cisco Houston, Sonny Terry And Bess Hawes – Sings Folk Songs” (1962). Ma basta guardare alla sua sterminata discografia, rintracciabile andando su: http://www.discogs.com/artist/307307-Leadbelly?page=1 , per rendersi conto di quanto grande sia stato Piombo in Pancia e quanto abbia influenzato generazioni e generazioni di artisti di ogni razza e colore, nei decenni dei decenni, Amen.
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