Clark Terry (1920-2015): addio a una leggenda

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Allo scoccare dei novant’anni, nel 2010 aveva ricevuto il Grammy Award alla carriera. Niente di più meritato per Clark Terry, trombettista, direttore d’orchestra e cantante di Saint Louis. Persona divertente e musicista capace di unire tradizione e modernità come pochissimi nel jazz, aveva già ricevuto numerosi premi e varie lauree honoris causa (anche del prestigioso Berklee College di Boston).

Autodidatta – ma poi ottimo didatta: il suo ultimo pupillo è il formidabile pianista non vedente Justin Kauflin -, cacciato di casa alla morte della madre da un padre violento appena dodicenne, il piccolo Clark si costruì una tromba con un imbuto e un tubo per l’acqua pur di poter suonare a scuola. Dopo aver battutto il circuito locale e suonato nell’orchestra militare, Terry esordisce con Lionel Hampton, per poi arrivare alle formazioni top di Count Basie (1948-51) e di Duke Ellington (1951-59), uno dei pochi a far parte di entrambe.

Nei 60 è con l’orchestra di Skitch Henderson al “Tonight Show” della NBC TV, primo musicista nero sul libro paga di quella televisione, e contemporaneamente suona con Oscar Peterson, Ella Fitzgerald, Gerry Mulligan, Gary Burton, Louis Armstrong e poi con una marea di altri musicisti, continuando le collaborazioni fin oltre fine secolo. Nella decade successiva, i Settanta, organizza la propria “Big BAD Band”, che per numerosi anni distribuì per il mondo tanto swing e un’enorme musicalità.

Dotato di una tecnica rara, in particolare al flicorno, non rifiutò mai il confronto con i nuovi talenti e le ultime ventate espressive del jazz: vengono in mente la sua influenza e le sue collaborazioni con Miles Davis oppure Cecil Taylor oppure Charles Mingus. Nel 2008 incise gli ultimi degli oltre 3400 brani che vedono la sua partecipazione, mentre del 2011 è la sua Clark: The Autobiography of Clark Terry.

Ricoverato in ospedale da inizio mese, è deceduto sabato, dopo una lunga battaglia contro il diabete.

Che dire? Basta citare la cura di oltre 250 cd compilation di new age, jazz, world e quant’altro? Bastano una ventina d’anni di direzione artistica dell’Etnofestival di San Marino? Bastano i dieci come direttore responsabile di Jazz Magazine, Acid Jazz, New Age Music & New Sounds, Etnica & World Music? Oppure, e magari meglio, è sufficiente informare che sono simpatico, tollerante, intelligente... Con quella punta di modestia, che non guasta mai.

1 COMMENTO

  1. “…and always remember to have fun. You PLAY your instrument, you don’t WORK your instrument”. Dal suo corso didattico di tromba. Grazie di tutto.

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