4 Oscar a Birdman, 4 a Grand Budapest Hotel, 3 a Whiplash. Il buono, il bello e il cattivo. Potete pensarla così: che hanno premiato i film e gli attori. Oppure no: che hanno calcolato le convenienze geopolitiche (esterne e interne) e hanno deciso di mandare un segnale pesato sul bilancino. A scelta: sono stati conservatori. Macché, sono stati rivoluzionari. È un gioco. Proviamo.
Il Buono Miglior film: Birdman. E anche miglior regia: Iñarritu. E miglior sceneggiatura. E miglior fotografia. Traduzione: è cinema sul cinema, cinema sul teatro, teatro nel teatro, scontri tra attori e critici, autocoscienza dell’attore. Siamo a Hollywood no?! E quindi Oscar. E il miglior attore no? No. Questo è un segnale: Keaton ha fatto Batman (pardon Birdman, cioè tutti e due): rivalutato sì, ma anche l’Oscar, insomma. Stia al suo posto…
Il Bello Grand Budapest Hotel: come ogni film di Wes Anderson è una gioia per gli occhi. I film di Anderson, abbiamo scritto una volta, andrebbero nello scaffale con i libri Adelphi per affinità estetica: un po’ antiquari, raffinati, eccentrici. E stavolta, presi da pentimento per il passato, hanno premiato trucco, colonnna sonora, scenografia e, ovviamente, costumi (Milena Canonero, quarto Oscar personale).
Il Cattivo Whiplash. Colpo di frusta. Storia del batterista ambizioso addestrato dal crudele musicista / sergente J.K.Simmons (Oscar) con un montaggio (Oscar) e un Sound Mixing (Oscar) frenetici. Film indie con un’anima antichissima…
I migliori attori Eddie Redmayne per La teoria del tutto e Julianne Moore
per Still Alice. Uno su sedia a rotelle elettronica, l’altra affetta da Alzheimer. Vi è venuto un pensiero cattivo? Premiano chi recita una malattia? Non cacciatelo: furono Oscar Il mio piede sinistro, Rain Man, Forrest Gump, Profumo di donna e Shine…
La Politica Miglior film straniero: C’è stato chi come il New York Times ha scritto che l’ascesa progressiva di Leviathan verso l’Oscar innervosiva Putin. E Federico Rampini in un bel pezzo su Repubblica ha spiegato che l’Oscar a Timbuktù poteva segnare un’escalation contro il califfato, uno a Storie pazzesche sarebbe stato una tirata d’orecchi all’Argentina e uno alla Cotillard di Due giorni una notte sarebbe sembrato un segnale alla Merkel. Infatti ha vinto Ida di Pawel Pawlikowski (gran bel film, ma meno esposto).
E veniamo alla politica interna…
American Sniper di Eastwood con la sua crescita di consenso a destra, e Selma con la sua rabbia da sinistra per le mancate nomination, hanno fatto fischiare le orecchie a Washington. Ecco due Oscar per orecchie: Oscar al montaggio sonoro al primo, Oscar alla miglior canzone al secondo. Che verranno sicuramente interpretati in tutti i modi: “Hanno premiato il fischio dei proiettili!” e “Neri, bravi a cantare, ma Oscar per ruoli politici non sottomessi no, non ancora…”