Dal momento in cui atterri all’Havana, hai immediatamente un rapporto ravvicinato con i grandi protagonisti della storia di questa magnifica isola. Cartelloni, statue, citazioni, musica, piazze, graffiti parlano esplicitamente del leader maximo Fidel Castro, del poeta e filosofo Josè Marti, eroe dell’indipendenza, del comandante Camilo Cienfuegos, eroe della rivoluzione, Benny Morè interprete principale del mambo, Francisco Maximo Repilado, più noto come Compay Segundo, compositore, musicista ed interprete, reso famoso nel mondo dalla pellicola di Wim Wenders “Buena Vista Social Club”… e tanti sono ancora i personaggi che rappresentano l’orgoglio di Cuba, per il loro ruolo nella guerra di indipendenza dalla Spagna, per la rivoluzione contro il dittatore Fulgencio Batista, per lo sport e per la musica.
Ma i due re di Cuba si chiamano Ernesto e nessuno dei due è cubano.
Il primo è ovviamente l’argentino Ernesto Guevara de la Serna , il comandante “Che” Guevara.
Nei suoi confronti percepisci una devozione quasi religiosa, totale, spontanea. Che Guevara, il bel rivoluzionario, l’uomo colto, coraggioso, generoso, disponibile a combattere per la giustizia nel Congo, in Bolivia, a Cuba ed ovunque ce ne fosse bisogno. Marxista convinto, laureato in medicina, divenne il guerrigliero per antonomasia, nonostante non abbia neppure fatto il servizio militare, per via dell’asma di cui era sofferente. L’affascinante Che Guevara, mito in cinque continenti. Uno scatto fotografico di Alberto Korda ha consegnato la sua icona alla storia ed anche al commercio di souvenir. Le magliette con la sua immagine, indossate a Cuba, da cubani o da turisti, sono più numerose di quelle di Bruce Springsteen indossate ad un concerto del Boss. A Santa Clara, dove il “Che” condusse vittorioso la sua battaglia contro le truppe del dittatore Batista, è stato eretto il mausoleo a lui dedicato. Imponente come il suo protagonista. Ma il momento di massima emozione la provi entrando nel “memorial”, alle spalle della statua: qui sono sepolti i resti recuperati in Bolivia di 29 guerriglieri e del loro comandante, Ernesto “Che” Guevara.
Il secondo è lo statunitense Ernest Hemingway, giornalista e scrittore.
Ernest Hemingway ha vissuto lunghi periodi a Cuba, alternati ad altri viaggi in tutto il resto del mondo, sia come corrispondente per alcuni giornali, sia per cercare ispirazione per la stesura dei suoi scritti. Proprio in quest’isola trovò il clima adatto per raccontare la storia di un pescatore e della sua barca in “Il vecchio e il mare” che gli valse il premio Nobel. Amante delle avventure e del rischio, riusciva a rilassarsi solo nella sua casa vicino all’Havana, Non so quanto bene conoscesse quest’isola, ma da gran bevitore quale era, sicuramente era frequentatore di una miriade di bar sparsi in tutto il territorio. Nelle guide turistiche vi sono gli itinerari “Hemingway” che vi porteranno dalla capitale a Santiago attraverso vari tipi di mojito o daiquiri. Solo all’Havana, ben tre di queste bevande sono a lui dedicate: alla Bodeguida del Medio (mojito), al Floridita (daiquiri) e allo Sloopy Joe’s (rum). In un bar appare la scritta “qui il mojito costa meno perché non c’è mai stato Hemingway”. Ernest amò molto Cuba, al pari della Spagna e delle sue corride, ma a Cuba trovava la serenità che gli mancava altrove. La sua amicizia con Fidel Castro e con gli altri protagonisti della rivoluzione mise in non poco imbarazzo il governo statunitense.
Ora, se arriveranno gli “americani”, potranno assaggiare i cocktail di Ernest Hemingway, ma dovranno anche e soprattutto convivere con l’immagine immortale del rivoluzionario Ernesto “Che” Guevara.