Se pensate che Twitter, con i suoi post da 140 caratteri, sia stata un’idea originale e futuribile, significa che non avete mai sentito parlare di Félix Fénéon e i suoi Romanzi in tre righe.
Félix Fénéon nacque nel 1861 a Torino da una famiglia franco-svizzera. Fu un giornalista e critico artistico e letterario, fondò il periodico La Revue Indépendante e la sua firma era abituale su Le Matin, Le Figaro e numerose altre riviste francesi. Fu anche uno degli scopritori della pittura impressionista, da Van Gogh a Gauguin e Cézanne.
Non scrisse mai nessun saggio, ma a partire dal 1906, sul quotidiano Matin, scrisse oltre 1.500 romanzi – ispirati ai fatti di cronaca – di sole 3 righe, alcuni dei quali raccolti nel bel volumetto Félix Fénéon, Romanzi in tre righe, pubblicato da Adelphi.
La sua formula magica era: una riga per l’ambiente, una per la cronaca e una per l’epilogo a sorpresa.
In un’epoca nella quale il rumore di fondo raggiunge limiti insopportabili, le parole hanno perso di significato per confondersi nel tutto che alla fine diventa niente, dove anche in ascensore è obbligatorio sorbirsi musichette che non abbiamo scelto né chiesto, leggere questi brevissimi “tweet” è come respirare nuovamente, meravigliandoci di come abbiamo potuto sopravvivere fino ad ora in questo asfissiante caos.
La dimostrazione che gli anglosassoni non hanno poi tutti i torti quando dicono che less is more.
Tanto per capirci:
Ieri a Rouen il signor Colombe si è ucciso con un colpo di rivoltella. Nel marzo scorso sua moglie gliene aveva sparati tre. I due erano in attesa di divorzio.
A Djajelli una vergine di 13 anni ha ucciso con tre coltellate un suo impudico molestatore, di anni 10.
Il signor Louis Delillieau, di 70 anni, è morto di insolazione nei dintorni di Noisy-sous-Ecole. Il suo cane – Fidèle – si è affrettato a sbranargli la testa.