Black or White
di Mike Binder
con Kevin Costner, Gillian Jacobs, Jennifer Ehle, Octavia Spencer.
Voto 6/7
L’avvocato Kevin Costner, borghese, bianco e neo-vedovo distrutto che affoga nell’alcool l’ansia, si ritrova solo con una nipotina deliziosa/leziosa e mezza bianca e mezza nera, avuta dalla figlia (morta di parto) da uno scapestrato ragazzo di colore. Mentre si applica per imparare i riti quotidiani a cui la moglie si dedicava con la nipote, l’ala black della famiglia, che vive in zona periferica e sospetta, guidata dalla patriarca Wee Wee rivendica la bambina per l’affidamento esclusivo e riappare il giovane padre, ancora drogato (e inaffidabile, bugiardo, infingardo, eccetera, com’è normale sotto dipendenza) e pilotato dalla patriarca. Mentre Costner cerca di organizzare la sua vita e assolda un curioso ragazzo nero (africano) che gli dà ripetizioni di matematica e fa da trainer, tuttologo e autista, cerca di impostare una battaglia legale. Il giudice è donna e nera: lascerà una bimba mix a un nonno bianco che alza il gomito? Il film si muove tra dolori e sorrisi, ogni tanto a un filo dalla tragedia, ogni tanto affonda nel kitsch. Costner si diverte sorretto da un bel dialogo, è suave, la famiglia nera sembra uscita da una sitcom, il giovane tuttologo africano perplesso in America è una figurina inedita e probabilmente il problema è molto sentito e anche in Italia lo sarà, e il film commuoverà o rinfrancherà, come un brodo di pollo. Vi piace il brodo di pollo?
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