Piccolo trattato d’ateismo. Una risata ci salverà

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Cover d'HolbachIn una congiuntura come quella che stiamo vivendo, nella quale le religioni sprofondano in fondamentalismi anacronistici quanto stupidi e privi di qualsiasi logica, quale potrà mai essere la posizione di chi si definisce illuministicamente ateo?
Vale davvero la pena impantanarsi in discussioni filosofiche e metafisiche sulla reale esistenza o meno di Dio? Quali ragioni si potranno mai contrapporre a quelle, ad esempio, di Tommaso d’Aquino, che argomentava dell’esistenza di Dio attraverso i principi della filosofia aristotelica, o a quelle di chi non concepisce che possano, o debbano esistere altre religioni che non siano quella predicata da Maometto?
Ammettiamolo, gli argomenti pro e contro sono così complessi e numerosi che, se dopo migliaia di anni non è stata dimostrata né l’esistenza, né l’assenza di un Dio, conviene lasciar perdere.
Forse, come in tutti i casi in cui ci si trova a dover parlare con chi non vuol capire, o non può capire, la migliore argomentazione è l’ironia.
Certo, può essere un atteggiamento pericoloso, ma ci mette al riparo dal dover spiegare i perché e i percome del nostro percorso interiore.
Come ha fatto il barone francese Paul H.D. d’Holbach (1723-1789) in Piccolo trattato di ateismo, Il Melangolo – pubblicato clandestinamente nel 1768 e messo al rogo nel 1776 – nel quale, attraverso l’arma di una feroce ironia, distrugge dogmi, preti, chiesa, angeli e cardinali.
Un vero e proprio dizionario, dalla A di Abbate alla Z di Zelo, con alcune definizioni che, a distanza di 250 anni, sono così azzeccate e ironiche che potrebbero essere tratte da un monologo di Woody Allen.
Questa, per esempio, la definizione di Abramo: “Padre dei credenti. Mentì, fu cornuto, si tagliò il prepuzio e mostrò tanta fede che, se un angelo non fosse intervenuto per fermarlo, avrebbe reciso la giugulare del figlio che il buon Dio, per scherzare, gli aveva chiesto di immolare. Di conseguenza, Dio fece un’alleanza eterna con lui e con la sua discendenza, alleanza poi annullata dal figlio di Dio per buone ragioni che il suo papà non aveva previsto”.
E questa la voce sulle apparizioni: “Meravigliose visioni, dono di coloro cui Dio fa la grazia speciale di avere il cervello tocco, crisi isteriche, cattiva digestione e sfrontatezza nel mentire”.

Naturalmente si può anche decidere di capirne qualcosa di più. Ecco allora qualche altro libro facilmente reperibile:

Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi; Giulio Giorello, Senza Dio, Del buon uso dell’ateismo, Longanesi; Michel Onfray, Trattato di ateologia, Fazi Editore; Piergiorgio Odifreddi, Il vangelo secondo la scienza, Einaudi; Friedrich Wilhelm Nietzsche, L’anticristo, Edizioni Clandestine.

Ben Affleck in Dogma, Kevin Smith, USA 1999
Ben Affleck in Dogma, Kevin Smith, USA 1999

E un film: stupido, divertente e dissacrante. Dogma, di Kevin Smith, USA 1999, da cui è tratta questa citazione:
“Gli esseri umani non hanno né la capacità uditiva né quella psicologica di sostenere il maestoso potere della vera voce di Dio. Sentendola, la tua mente sprofonderebbe e il tuo cuore ti esploderebbe nel petto. Ci abbiamo rimesso cinque Adami prima di capirlo.”

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Diplomato al Liceo Artistico di Milano nel 1980, avrei sempre voluto fare l’artista. Ma, visto che si deve anche mangiare, mi sono inventato grafico editoriale e pioniere dei primi sistemi di impaginazione Apple, scoprendo un nuovo amore. Mi è andata bene, ho collaborato con le maggiori case editrici italiane e ora sono un art director sul libero mercato. Però il primo amore non si scorda mai, così sogno ancora di diventare un artista...

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