Voices Over the Horizon. Il fantasma di internet

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Viene da Wired.com questo fantomatico gif animato di mani sul cellulare. È parte di un’opera d’arte, la serie Dances for Mobiles che appartiene alla mostra Voices Over the Horizon, dell’artista Evan Roth alla Carrol/Fletcher Gallery di Londra fino all’11 aprile. La mano che si agita sugli schermi è stata ripresa utilizzando una macchina fotografica a spettro totale, la cui sensibilità agli ultravioletti e all’infrarosso di solito è utilizzata nelle ricerche paranormali. Per intenderci, per rilevare (o rivelare) fantasmiIl fantasma che si cerca nell’opera di Roth è Internet. Quella degli inizi, quella che dava emozioni, quella che ora è così pervasiva nella nostra vita che ormai muove solo il nostro cinismo perché ci siamo abituati a trovarla ovunque. Quindi la ricerca delle Voices Over the Horizon  è la ricerca di un’emozione tecnologica di gioventù e in essa Roth cerca se stesso. Dove? È un viaggio nell’ovest del Regno Unito alla ricerca delle infrastrutture di internet. Una “caccia alla rete invisibile” attraverso le sue strutture visibili. I cavi, i tombini, le antenne, i satelliti, la fibra ottica. Veicoli di un’energia che non si può vedere, ma è ovunque. L’epicentro della ricerca è a Porthcurno, in Cornovaglia, dove avveniva la posa dei cavi oceanici. Un santuario. Nella mostra di Roth ben due chilometri di cavi di fibra ottica simboleggiano la nostalgia di un significato perduto. Anzi, come dice la didascalia dell’installazione, sepolto.

Burial Ceremony, 2015 2km of GYTA53 direct bury fibre-optic cable
Burial Ceremony, 2015
2km of GYTA53 direct bury fibre-optic cable

 

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