Chasing yesterday
di Noel Gallagher’s High Flying Birds
(Sour Mash)
Voto 9
Con cosa Noel Gallagher avrebbe scambiato il Demone del rock, il successo mondiale degli Oasis, le groupies, il danaro, i parties a base di alcool e coke, le risse col fratello Liam, la passione smodata per il football? Con l’aver vissuto ed operato nella Swingin’ London degli anni ’60, sempre e comunque nel suo cuore.

Noel è veramente un grande autore, il successo degli Oasis lo si deve alle sue grandi canzoni, punteggiate dalla nasale voce Lennoniana di Liam. Però in questo disco (lo chiamo così perché il concetto è quello dei vinili d’epoca), alle sonorità Brit-Pop si aggiungono strati e strati sonori che portano alla metà degli anni ’70, come nel brano introduttivo Riverman, dove nelle chitarre si fondono echi della California più psichedelica (Byrds, Flying Burrito Bros.) e il sax tenore rimanda ai Pink Floyd di Dark side of the moon. E il gioco delle citazioni d’epoca, facilmente riconoscibili, al limite del plagio, si ritrova sulla traccia 3, The girl with X-ray eyes, con un intro figlio di Stairway to heaven di Zeppeliniana memoria, una struttura armonica e sonica che si immerge nel sound del David Bowie di Starman, e il titolo “La ragazza con gli occhi a raggi-x” che cita “La ragazza con gli occhi caleidoscopici” (Lucy in the sky with diamonds, Beatles).
Lock all the doors si ritrova su terreni comuni a Neil Young; The Dying of the light è ricamato da una chitarra Leslie spesso presente nello svolgimento del disco. Ma è la traccia 6, The right stuff, a fare la differenza: riff ossessivo di chitarra col tremolo, fiati e tastiere ispirati da colonne sonore di film Blaxploitation e sexy – poliziotteschi Italiani anni ’70, intrecci di chitarra wah wah e urla di sax e clarinetto basso al limite del free-jazz (Eric Dolphy docet), il tutto su di un tema musicale circolare e insinuante.
Noel Gallagher non frena la sua voglia di citazioni: brano 7, While the song remains the same, con un intro di church organ degno del John Paul Jones di No quarter; a seguire The mexican, tra il McCartney dei Wings e Fly like an eagle di Steve Miller; numero 9 You know we can’t go back, arpeggio sognante, tastiere spaziali vintage, parte il pezzo con ritmica Beatlesiana ed echi di Lunapop, sempre gradevole e in sintonia col passato. Ma il vero capolavoro è l’ultima traccia, The ballad of the mighty 1. Scelto da Noel come primo singolo e primo video di Chasing yesterday (con citazioni dai Verve: vari sconosciuti che lo spintonano al suo passaggio) è una grande canzone, con efficaci cambi di accordi e la presenza importante di Johnny Marr degli Smiths alla chitarra, altra icona del Brit-Pop.
Parlavamo all’inizio del non aver potuto anagraficamente vivere gli anni gloriosi della swingin’ London, dove ogni giorno esplodeva qualcosa di nuovo nella musica, nel cinema, nella moda e nella vita: tutto era possibile e il limite era solo il cielo. Nel grande caleidoscopio della mente di Noel i Mods e i Rockers combattono ancora sulla spiaggia di Brighton, i grandi hits degli anni ’60 si mischiano alla realtà odierna e l’ultima citazione (voluta o non voluta che sia) è Bus stop dei “very modern” The Hollies, pop band capitanata da quel Graham Nash che scriverà la storia del country rock californiano con David Crosby, Stephen Stills e Neil Young.
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Ho ascoltato un pò questo lavoro di Noel Gallagher è mi è sembrato molto convincente. C’è continuità rispetto suo stile stile già espresso nel passato ma non ho trovato banali “scopiazzature” o ripetizione di troppi elementi già sentiti. Ho sentito qualche bello spunto. Credo che me lo andrò a tirar giù da amazon, tra poco.
Gallagher è anche più giovane di me, i ’60 hanno visto la sua primissima infanzia. Temevo mi deludesse, perchè da qualche tempo mi sto disperando: non riesco a trovare giovani rockers (veramente giovani, ventenni o trentenni …) che mi diano qualche emozione. Maurizio, sarà mica che ormai le orecchie mi si stanno ossidando, oltre che il cervello ?
🙁