L’imprevedibilità di Bruce

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Che il Boss sia assolutamente imprevedibile nella scelta delle scalette è un dato oramai assodato e confermato dagli innumerevoli dischi live degli ultimi tour – tutti regolarmente acquistabili dal sito ufficiale di Springsteen – ognuno con una tracklist diversa. Memorabili nell’ultimo tour gli inizi dei concerti con brani che rendevano omaggio al luogo in cui si suonava, attraverso cover di brani di artisti locali: abbiamo assistito così a una indimenticabile Free Nelson Mandela degli Specials negli show sudafricani (Capetown e Johannesburg), a una leggendaria Highway to Hell degli Ac/Dc in Australia (Melbourne), a una inaspettata Stayin’ Alive dei Bee Gees a Brisbane (sempre in Australia), alla sorprendente (soprattutto per lei!) Royals di Lorde in Nuova Zelanda (Auckland).
Ma la conferma più eclatante, e divertente, dell’imprevedibilità di Bruce arriva da Mighty Max Weinberg (e per fortuna che è Mighty…) il quale in un incontro al Jewish Community Center di Newton in Massachussetts lo scorso 11 marzo, ha raccontato un bel pezzo della sua vita. Non potevano dunque mancare diversi riferimenti a Bruce. A proposito delle scalette nei concerti Max ha detto: “Bruce fa la sua scaletta ogni sera, ma raramente viene rispettata. Bisogna stare sempre molto attenti: quando comincia a contare per lanciare un brano, spesso al 3 io ancora non ho idea di quale canzone stia per partire! E’ difficile stargli dietro, con 400 canzoni di base più qualsiasi altra cosa gli passi per la testa in quel momento“.
Alla domanda, invece, sul perché quasi a ogni concerto ci sia un ritardo di 45/60 minuti, Max ha risposto: “Perché Bruce incontra sempre tanta gente prima di salire sul palco: chi ha vinto concorsi tipo ‘Il tuo desiderio più grande’, persone delle banche del cibo, persone che secondo lui meritano un’attenzione particolare. A tutta questa gente, Bruce si dedica con tutto se stesso, ascoltandoli con grande attenzione e senza mai andare di corsa. Per Springsteen è fondamentale il contatto con le singole persone, lui vuole stabilire un legame con ognuno di loro ed è una cosa che io ho avuto la fortuna di  sperimentare di persona”.

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Patrizia De Rossi è nata a Roma dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Laureata in Letteratura Nord-Americana con la tesi La Poesia di Bruce Springsteen, nel 2014 ha pubblicato Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (Imprimatur Editore), un libro sulle figure femminili nelle canzoni del Boss. Ha lavorato a Rai Stereo Notte, Radio M100, Radio Città Futura, Enel Radio. Tra i libri pubblicati “Ben Harper, Arriverà una luce” (Nuovi Equilibri, 2005, scritto in collaborazione con Ermanno Labianca), ”Gianna Nannini, Fiore di Ninfea” (Arcana), ”Autostop Generation" (Ultra Edizioni) e ben tre su Luciano Ligabue: “Certe notti sogno Elvis” (Giorgio Lucas Editore, 1995), “Quante cose che non sai di me – Le 7 anime di Ligabue” (Arcana, 2011) e il nuovissimo “ReStart” (Diarkos) uscito l’11 maggio 2020 in occasione del trentennale dell’uscita del primo omonimo album di Ligabue e di una carriera assolutamente straordinaria. Dal 2006 è direttore responsabile di Hitmania Magazine, periodico di musica spettacolo e culture giovanili.

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