Strano incontro quello di Se Dio vuole. Il cardiochirurgo Tommaso di Marco Giallini ha una relazione “tecnica” con la vita di famiglia e con la sala operatoria: efficienza, indifferenza, un vago ironico cinismo. Ha una moglie coi soliti rapporti al limite del niente e due figli: una figlia scombiccherata che gli chiede di non raccontarle “il finale” di Gesù di Nazareth di Zeffirelli e un figlio futuro medico, che però comincia a comportarsi in maniera strana. Quando il nostro chirurgo è quasi convinto di avere un figlio gay, ecco la rivelazione. Vuole fare il prete. Lo scandalo. Peril chirurgo è come se il figlio avesse detto “arrotino o zampognaro”… La colpa è tutta del don Pietro di Alessandro Gassman, prete moderno, capace di sedurre con la predicazione simpatica e con tutti i luoghi comuni che si vorrebbero in un prete moderno dal passato “strano”. Per cui il cardiochirurgo attua un piano per sputtanare il prete. Che è poi l’assunto di Se Dio vuole, o forse una delle vie del Signore, come ogni tanto si ripete nell’opera prima di Edoardo Falcone fino ad oggi sceneggiatore (Nessuno mi può giudicare, Viva l’Italia, Confusi e felici)
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