Citizenfour
di Laura Poitras
Voto 8

Sapete in che modo vi riguarda il SigInt? Cos’è una macchina Airgapped? Che cos’è una richiesta Xkeyscore? E sapete cos’è e a cosa serve il Magico Mantello del Potere?
Il SigInt è il Signal Intelligence: lo spionaggio di tutte le  trasmissioni. Una macchina Airgapped è un computer assolutamente non collegato in rete. Una richiesta Xkeyscore è il modo in cui gli analisti interrogano l’oceano di dati che hanno registrato e li mettono insieme. Tre cose che vi riguardano se avete un computer, un telefono e avete fatto un giretto in internet.
Citizen4 aE il magico Mantello del Potere? È una coperta rossa che l’uomo più ricercato del mondo si mette sulla testa quando deve digitare una password. Per non farsi vedere, alla vecchia maniera, come un fotografo del passato, o un bambino che gioca a nascondersi, o Harry Potter nei Doni della morte.
Colpisce questa buffa annotazione in un documentario sull’apice dello spionaggio elettronico.
È andata così:  nel 2013 la regista Laura Poitras riceve mail da uno sconosciuto che si firma Citizen Four e si definisce dipendente anziano della comunità dell’intelligence (dello spionaggio). Perché cerca lei? Perché lei ha firmato due documentari (sull’Iraq e su Guantanamo) per cui è finita sulla lista nera dei servizi segreti. Citizen Four sostiene di avere rivelazioni su come la NSA (Agenzia della Sicurezza Nazionale) abbia spiato tutti i cittadini con l’aiuto delle telecom e delle grandi aziende della rete e dica le bugie al Congresso. Cerca un canale per fare arrivare questo al mondo. Sa che il suo destino è segnato.
Citizen Four insegna alla regista a criptare le loro comunicazioni via mail e infine avverrà l’incontro all’hotel Mira di Hong Kong nel 2013.  È presente il giornalista del Guardian Glenn Greenvald. Citizen Four si rivela Edward Snowden, 29 anni, contractor della Booz Allen Hamilton come analista di infrastrutture per conto della NSA con credenziali Top Secret, Signal Intelligence, Talent Keyhole e Gamma. Tutte sigle per dire che ha accesso a dati sensibili al massimo livello. Il tempo di definire come dovranno essere i loro rapporti e i loro computer (visto che TUTTO può essere intercettato se in rete), e si apre la diga del Datagate.
Laura Poitras era là a registrare mentre la Storia si faceva. Citizenfour ha un taglio quasi minimale, mai roboante, mai gridato, con un rumore di fondo da routine dello spionaggio, sempre molto chiaro fino all’ossessione, quasi sempre un dialogo in una stanza. Il concetto base è che l’uomo che l’autorità, a partire dal presidente Obama, definisce traditore della patria perché rivela segreti che mettono in pericolo chi per la patria lavora, in realtà, per la difesa della privacy è disposto a perdere privacy e libertà. E oggi privacy e libertà coincidono. Il resto è lo studio di come centellinare la valanga di dati che rivelano che il rapporto fiduciario tra gli eletti e gli elettori è tornato a essere quello discrezionale e dittatoriale tra il potere e i sudditi. Fino alla più brutale o ironica delle rivelazioni: il metodo dello spiare-tutti-e-sempre, ufficialmente serviva a contrastare il terrorismo dopo l’11 settembre 2001. Di fatto era usato per scopi commerciali, politici e addirittura per spiare gli alleati (vedi gaffe con la Merkel). Il resto è storia attuale. Snowden è scappato in altre nazioni e sta per diventare anche oggetto di cinema di fiction (Oliver Stone). Citizenfour dopo My Country My Country (sull’Iraq) e In the Oath (su Guantanamo) chiude la trilogia di Laura Pointras del “dopo-Undici-settembre”. Ha vinto l’Oscar per il Miglior Documentario 2014.

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