C’è un episodio che è passato ai più inosservato nel corso della recente serie di interviste rilasciate da Vasco alle principali radio italiane. Un episodio che invece ho trovato molto curioso e che mi piacerebbe venisse chiarito, anche se temo sia impossibile.
Accade durante un fuorionda dell’intervista a Virgin Radio (lo potete vedere al minuto 19′ e 55′ cliccando qui); Vasco è impegnato a firmare autografi su dischi ed oggetti vari, quando ad un certo punto gli passano un libro: “Questo mi rifiuto, non è un bel libro, fa schifo“.
Il libro in questione è Vasco Rossi. L’uomo più semplice ed è stato scritto da due ragazzi di vent’anni, Emanuele Camilli e Simone Mancini. Due giovani fan che hanno intervistato una serie di personaggi che con Vasco hanno collaborato o lavorato, in anni lontani e recenti.
Lessi il libro circa un anno fa e lo trovai molto piacevole. Quanto successo a Virgin Radio mi ha spinto a riprenderlo in mano e a rileggerlo, per vedere se magari mi fosse sfuggito qualche dettaglio, per cercare di capire cosa potesse aver schifato tanto Vasco. Dico la verità, non ho trovato niente. Anzi, la seconda lettura è stata perfino più piacevole della prima.
Il libro non è elegiaco, ma non è nemmeno critico. Si limita semplicemente a cercare una strada nuova per raccontare un personaggio sul quale è già stato scritto tantissimo. E lo fa con una serie di flash affidati a chi Vasco lo ha conosciuto bene e quindi può tratteggiare un affresco originale di una storia per altri versi troppo nota.
Sia chiaro, il fatto che a me sia piaciuto, non implica che debba piacere a tutti. Quello che però mi ha colpito è quel “fa schifo” abbinato al rifiuto dell’autografo, che fa pensare a qualcosa di più rispetto ad un semplice non gradimento.
Peccato, perché qua e là il libro offre un paio di spunti davvero interessanti. Ad esempio Manola Brunini, storica segretaria di Vasco ai tempi del capannone di Casalecchio di Reno, rivela che T’immagini parla di una conversazione immaginaria con lei, citando anche un frammento di testo poi cambiato. E la stessa Manola rivela poi che Giovanna, la ragazzina che ispirò Albachiara a Vasco, aveva una camera in affitto nell’appartamento di Via Porrettana 35, dove per un certo periodo aveva vissuto Rossi agli inizi degli anni ottanta.
Ed a proposito di Albachiara, Auro Lugli (musicista che collaborò con Vasco agli albori della sua carriera) rivela invece un particolare inedito sulla stesura del testo. Lo potete ascoltare direttamente dalla sua voce nel video sottostante.
Insomma, io l’astio di Vasco nei confronti di un libro scritto da due giovani fan non lo capisco. Qualcuno ha ipotesi al riguardo?
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