Il libro inizia con un’immagine molto semplice: un uomo passeggia lungo la costa ma all’improvviso si accorge che un vecchietto sta scendendo dalle scalette di un molo direttamente in mare allora egli, spaventato, si butta in acqua e nuota alla ricerca dell’uomo finché non scorge sul fondo una strana insegna al neon. Una volta raggiunta scorge il posto più strano che abbia mai visto: il bar sotto il mare. Il barista lo invita ad accomodarsi perché, quella sera, ognuno dei clienti ha una storia da raccontare. L’uomo, allora, si accomoda e inizia ad ascoltare 23 storie, differenti, originali, sarcastiche, uniche.
Il bar è il luogo d’incontro di personaggi eclettici, strani, ma con un’identità definita: le storie che loro narrano sono scaturite dalla loro mente bizzarra. Ogni personaggio ha una storia da raccontare, con il suo fascino e il suo mistero.Il surreale che ingloba la realtà, la realtà che invade il surreale. Ci sono racconti gustosissimi e molto ben riusciti, dove la satira graffia e fa dei veri e propri solchi ( “Il dittatore e il Bianco Visitatore”, e anche “Quando si ama davvero”); altri ancora che fanno riflettere sulle regole della società, ma non subito: quando si giunge quasi alla fine della storia (“Matu Maloa”). Il racconto breve, piacevolissimo, della Pulce del Cane Nero riassume la storia di un uomo che non riesce mai a finire ciò che incomincia. Un racconto gotico, Oleron: con il motore fuso in una valle deserta, il giornalista Egistus si rivolge all’unica casa abitata che vede, i cui proprietari gli consigliano di rivolgersi al loro vicino, il conte di Oleron. Egli, ex compagno di collegio di Egistus, si era subito distinto per la sua cupezza e per i gusti letterari piuttosto macabri: con sommo disgusto di tutti, Egistus era diventato suo amico, ma l’amicizia era finita in maniera traumatica. Ora, venti anni dopo, i due si ritrovano, e il giornalista scopre, con somma sorpresa, che gli orrori che Oleron si immaginava nel suo futuro non sono arrivati, e che anzi, l’uomo è costretto, suo malgrado, a vivere un’esistenza monotona. Ma talvolta l’apparenza inganna. Un giallo: Priscilla Mapple; una dodicenne saggia e disillusa, ottima studentessa, dotata di un’ironia caustica che la fa sembrare un po’ antipatica. Altri racconti parlano della vita di paese, di quei paesi che non esistono ormai più e hanno perso la genuinità che li contraddistingueva fino a qualche decennio fa.
Scrivere racconti brevi è forse l’arte più difficile; Benni riesce a dare vita ad alcune storie davvero esilaranti, combinando assurdità, realismo e pungente sarcasmo, saltando dall’horror al comico, passando per il giallo e il nonsense. Una lettura leggera, divertente che fa di Benni uno scrittore unico nel suo genere: un realistico e disperante ritratto dei vizi e dei difetti dell’Italia degli ultimi decenni, con i suoi risvolti comici ed incredibili