Una donna si sveglia In the box, in un garage, chiusa in una macchina, condannata a morte dal gas di scarico (che si può fermare a una certa condizione) e scopre di avere 78 minuti per salvarsi attraverso indovinelli da risolvere, dispositivi da attivare e decisioni da prendere: un elenco di frustrazioni e rivelazioni fino a uno scioglimento finale con sorpresa. Il meccanismo è quello sadico di L’enigmista accoppiato alla claustrofobia. Ma non funziona. Non tifiamo per lei. Il problema non è il meccanismo (pare che il film, passato al Noir in fest di Courmayeur, sia stato comprato all’estero, probabilmente per rifarlo) ma lo svolgimento inadeguato. Quasi niente nella claustrofobia del box ci tiene incollati alle sedie e spesso gli interventi del persecutore e le risposte della vittima suscitano impazienza se non perplessa ilarità. Alla prossima.
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