Parafrasando il titolo di un celebre libro di James Joyce, Ritratto dell’artista da Giovane, potremmo dire che quanto ho trovato nei giorni scorsi è il “Ritratto dell’artista in evoluzione”. Sono innumerevoli i siti sul web che propongono le notizie più disparate e fantasiose (molte anche false e/o assolutamente improbabili) sul Boss. Molti quelli che pubblicano cose curiose. Uno di questi, l’ultimo in ordine di tempo nel quale mi sono imbattuta, è un canale Youtube, Vip Face Evolution, che modifica digitalmente le immagini del volto di un artista, nelle varie fasi della sua vita. Il risultato è quantomeno accattivante e divertente. Nel video la faccia di Bruce muta con il passare degli anni (dal 1967 al 2015) in una rapidissima sequenza, sulle note di alcuni brani significativi che identificano quella faccia, quel periodo, quell’album.
È un brivido che ti corre lungo la schiena mentre le immagini scorrono. Ti ricordi che tu c’eri sempre (e lui con te), passo dopo passo, anno dopo anno, faccia dopo faccia. E ripensi a cosa facevi, dove stavi, chi eri. Immancabilmente scatta un pizzico di nostalgia e un po’ di fastidio per quelle rughe che hai sul viso adesso, ma non rinneghi nulla, men che meno lo rimpiangi. Lo hai fatto, e questo basta.
“Siamo chi siamo” canta Ligabue in uno dei suoi brani più recenti (e più belli), l’importante è che tu, tutti quei momenti li abbia vissuti fino in fondo, traendone beneficio e insegnamento. E se oggi siamo chi siamo, lo dobbiamo anche a Bruce: una presenza costante e fondamentale, sempre, per tutti quelli che … sono nati per correre!
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