Sento cadere qualcosa
dei Filarmonica Municipale LaCrisi
Voto 8
Ci sono rari momenti in cui il recensore entra in contatto con nuove realtà musicali e sente l’urgenza di fare qualcosa. Fare in questo caso, sta a scrivere, almeno per il momento. Quando alcuni artisti hanno iniziato il loro percorso e non ci se ne è accorti, si è prontamente ricorsi alla ricerca dell’opera prima, delle tracce iniziali che hanno condotto al successo, alla fama.
Penso, ad esempio e non a caso, ai Baustelle che, esplosi al terzo disco, han fatto attendere qualche annetto i fan per poter riascoltare i loro primi due lavori e potrei fare anche altri esempi.
In questo caso accendo un fanale sulla Filarmonica Municipale LaCrisi, quintetto toscano che già è al secondo lavoro, prodotto dall’Alessandro Fiori già Mariposa e poi con Marco Parente, mi regala, motivo per cui generosamente ne divulgo, uno degli ascolti più interessanti, stimolanti e finanche emozionanti dei miei ultimi anni.
Sento cadere qualcosa prende il titolo da una raccolta di poesie di Natan Zach e parla dell’attimo di attesa che divide quel che sta per accadere e quel che accadrà, bella metafora di tutta l’operina. Le influenze dei maestri più colti si colgono tutte (dalla Penguin Cafè Orchestra alla Piccola Orchestra Avion Travel, passando via Tuxedo Moon e un raffinato low-fi psichedelico e pure un po’ Canterbury) ma più di ogni altra cosa si sente che il lavoro è fatto con l’amore per la musica più che per ricerca della popolarità. Vincitori del Premio Piero Ciampi, mi consentano di citarlo al plurale: han tutte le carte in regola per essere degli artisti. E a chi non interessa, Adius.