Di libri su Vasco ne sono usciti a decine. Qualcuno inutile, qualcuno bello. Qualcuno anche molto bello. Ma il più importante di tutti è Vasco Rossi. Una vita spericolata di Massimo Poggini, che proprio in questi giorni festeggia i trent’anni di vita.
Tre decenni sono infatti passati da quanto il volume fece la sua comparsa nelle librerie. E nonostante sia passato così tanto tempo, il libro resta una pietra miliare, quello che un fan deve a tutti i costi leggere se vuole davvero capire chi è Vasco Rossi. Il merito di Poggini è quello di aver raccontato la genesi di un mito: gli anni della gioventù, quelli della radio, i primi dischi e i primi concerti. Fino al successo di Vita spericolata, al carcere ed alla successiva ripartenza.
Negli anni il libro è stato la fonte principale di molti altri scritti su Vasco e l’edizione originale (della SugarCo) è diventata anche oggetto di collezionismo, fino a raggiungere quotazioni da capogiro su eBay. Per molti anni un fan, Nicola Angius, ne spediva copie fotostatiche a coloro che glielo richiedevano. Solo nel 2008 è stato ristampato da Rizzoli.
Poggini ha creduto da subito in Vasco, quando in molti guardavano con diffidenza quel ragazzo arrivato dall’Appennino modenese, e quindi ha assistito in prima persona alla nascita del fenomeno Rossi. Per questo il suo libro trasuda sincerità in ogni singola pagina.
“Quando uscì il libro, la prima reazione di Vasco fu demoralizzante – confessò Poggini in un’intervista rilasciata al blog Atuttovasco nell’agosto del 2008 – A chi gli domandava cosa ne pensasse, rispondeva che lo trovava cupo, che non ci si rispecchiava, che c´erano molti episodi che non avrebbe voluto rendere pubblici. Invece i fan lo accolsero subito benissimo e molti giornali gli dedicarono grandi spazi. In ogni caso per un certo periodo i nostri rapporti si raffreddarono. Ma col passare degli anni so che ha cambiato idea. Me lo ha confermato personalmente, durante l´after show del primo dei due concerti che ha fatto quest’anno a San Siro“.