Un libro che mette a fuoco alcune storie di cantautori non più in vita. Enzo Gentile li racconta in Lontano dagli occhi (Lurana editore, 175 pagine, 13 euro). Nella prefazione di Renzo Arbore si mettono in evidenza alcune considerazioni utili per capire il percorso degli artisti trattati. Arbore avvisa che arrivato all’apice del successo, per l’artista diventa necessario trovare il modo di individuare una scappatoia e cambiare direzione, lo impongono le mode. Si citano Rabagliati e Carosone.
In questo libro si prova a cogliere sfumature artistiche e di vita di Buscaglione, Ciampi, Pagani, Ferrer, Endrigo, attraverso le storie di artisti interrotti, così le chiama Gentile. In effetti ciascuno di loro a un certo punto è sparito, chi in maniera traumatica come Buscaglione, chi più lentamente come Sergio Endrigo che a fine carriera si rammaricava del fatto di essere finito nel dimenticatoio. Di Fred vanno anche ricordati i suoi trascorsi come violinista jazz, arrivò secondo a un referendum internazionale dietro solo a Stéphane Grappelli. Poi, in soli quatto anni, Buscaglione, con i testi di Leo Chiosso, arriva a conquistare una vastissima platea, fino a quello schianto con la sua Thunderbird rosa.
Altra storia quella di Piero Ciampi, raccontata alla presentazione del libro da Paolo Pasi, presentatore del Premio Ciampi. Artista di grande sofferenza, di quella impossibilità di essere normale. Tra le sue canzoni più conosciute Tu no e Il vino e nel libro viene ricordata la sua presenza nei locali parigini, ma soprattutto al Derby Club milanese, fino al Folkstudio di Roma. Irregolare per natura, fa amicizia con Mario Schifano e Carmelo Bene e fortuna volle che nonostante il suo difficile carattere trova un padrino come Ennio Melis che lo protegge nella casa discografica Rca. Poi arriva Endrigo, da molti colleghi considerato il più grande, alla presentazione del libro ci pensa Gianni Mura a tracciare qualche ricordo personale, avendolo conosciuto. Incontra Sergio Bardotti con il quale forma una coppia di ping pong imbattibile, siamo nel 1956. Nei primissimi anni 60 raggiunge il pieno successo con Io che amo solo te a cui fa seguito l’altrettanto importante Aria di neve.
Endrigo mostra di saper rinnovare il linguaggio della canzone, non a caso le collaborazioni con Pasolini e Vinicius De Moraes e il saper scrivere canzoni per i più piccoli. Un talento poco celebrato e per tanti ancora da scoprire. Fuori dal mucchio, un altro personaggio tutto da rivalutare é Nino Ferrer, nato a Genova ma non collocabile nella schiera degli altri cantautori della città. Il suo essere scanzonato, la sua Agata, ma anche la voglia di riscatto dando espressione alla sua inclinazione soul con Vorrei la pelle nera. Infine Herbert Pagani, che Marco Ferradini sta ricordando con uno spettacolo e doppio cd La mia generazione. Personaggio non facile, che ha saputo spaziare dalla canzone al diventare uno dei dee jay più innovativi con Radio Montecarlo, fino alla passione artistica e l’allestimento di mostre con opere d’arte costruite con oggetti trovati o recuperati nelle discariche. Nel 1988 era in America per una sua mostra quando venne colpito da una fulminante malattia. Nel libro aneddoti, percorsi, nomi e date che scorrono via, per storie che meritano di essere conosciute, poi a qualcuno verrà voglia di ascoltare qualche canzone citata quà e là, rispolverando vecchi 45 giri, oppure più comodamente pescando da Spotify. Non è la stessa cosa, ma va bene così.
Una cinquina di artisti interrotti
Fred Buscaglione, Piero Ciampi, Sergio Endrigo, Nino Ferrer, Herbert Pagani raccontati da Enzo Gentile nel suo ultimo libro