A Milano il ritmo della città è jazz

Il Festival Jazz di Milano riempirà di concerti dal 19 maggio al 15 luglio il quartiere universitario di Città Studi, proponendo oltre 200 musicisti di 10 nazionalità diverse.

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Randy Brecker

Si chiama “Il Ritmo delle Città” il Festival Jazz di Milano, che apre i battenti martedì 19 maggio presso l’Auditorium Valvassori Peroni con l’atteso ritorno, dopo varie stagioni di assenza, del sassofonista Jerry Bergonzi, accompagnato da due solidi musicisti italiani in un trio che si rifà alle sue registrazioni con soli organo e batteria della seconda metà dei 90.
Sarà un rassegna lunga due mesi, che vedrà la zona universitaria di Città Studi e quelle limitrofe diventare “un quartiere della musica che dovrà vivere di suoni tutto l’anno per far culminare la propria attività con il festival”, come dice il direttore artistico Emilio Sioli Legnani.
Un festival con tutte le caratteristiche che dovrebbe possedere un vero festival: musicisti di fama vicino a talenti emergenti da scoprire, accostamenti inediti programmati ad hoc tra artisti diversi, il coinvolgimento del territorio dove si svolge, la valorizzazione dei giovani musicisti locali e non solo, proposte formative, e anche senza cedimenti alla “mode” del momento oppure a generi che punto o poco hanno a che vedere con la musica afroamericana.

Mike Mainieri
Mike Mainieri

Altre star della lunga rassegna milanese – terminerà il 15 luglio con la cantante molto godibile, reduce da un ennesimo premio Grammy e dal riuscito album “Beautiful Life”, Dianne Reeves – saranno Jon Balke, il raffinato tastierista norvegese, da non perdere con il suo organico di corde e percussioni il 3 giugno, il supergruppo latino Volcan con il pianista Gonzalo Rubalcaba e i percussionisti Horacio Hernandez e Gonzalo Hidalgo il 7 luglio, l’ottetto di Steve Lehman, personaggio dell’anno nel 2014 secondo i resoconti delle più importanti riviste mondiali, da valutare dal vivo il 28 maggio.
Questi quattro concerti – e altri sette di cui diremo – si terranno presso l’Orto Botanico di via Golgi, fascinosa location principale del festival, cui si affiancheranno il Politecnico, l’Auditorium Valvassori Peroni, il Teatro Menotti, l’Upcycle Café, l’Osteria Lambrate, la Scuola Music Time e anche le fermate dei mezzi pubblici per accogliere concerti, performance, seminari, conferenze e persino lezioni di yoga.

Hannah Svensson
Hannah Svensson

Certamente interessante l’idea di riprendere i cosiddetti “jazz contest”, incontri tra artisti di fama mondiale con le realtà locali, spesso capaci di proporre musicisti di vaglia. In particolare va sottolineata la presenza di ensemble orchestrali: la Monday di Luca Missiti con il trombettista fusion Randy Brecker, la Torino Jazz di Fulvio Albano con l’altro trombettista, il russo Valery Ponomarev, in un progetto hard-bop dedicato ad Art Blakey, la Artchipel di Ferdinando Faraò con il pianista Keith Tippett e sua moglie Julie, eccellente cantante, in una serata dedicata ai Soft Machine e al delicato sound inglese di Canterbury degli anni 70, e le due formazioni giovanili scolastiche della milanese Musictime e della moscovita Stravinsky, insieme in un progetto dedicato al grande arrangiatore Quincy Jones (rispettivamente il 29/5, il 6/6, il 25/6 e il 17/6 all’Orto).
Altri “contest” che si prospettano molto interessanti, quelli tra il geniale Mike Mainieri, vibrafonista leader del gruppo seminale del jazz-rock Steps Ahead, e il Thieves Quartet di Tullio e Marco Ricci, con l’aggiunta di Andrea Dulbecco alle marimba (Menotti, il 22/6), tra il trombettista austriaco Mario Rom e il sassofonista svizzero Rudi Manzoli (Orto, il 15/6), tra la squisita vocalist svedese Hannah Svensson e l’emergente trombettista gallese Ben Thomas (Orto, il 23/6) e tra il sassofonista finlandese Jussi Kannasta e il giovanissimo talento estone del pianoforte Holger Marjamaa (Orto, il 9/7).
E ancora da segnalare almeno il quartetto “italiano” – Bonafede, Vaggi, Faraò: tre accompagnatori-solisti che non si discutono – del solido sassofonista Larry Schneider al Menotti il 25/5, i trii di Germano Zenga, Daniele Giugno, Davide Cabiddu e il duo di Ilaria Fasulo (per le date, e per gli altri appuntamenti, vi rimandiamo al programma del festival sul sito area-m.it e alle info telefoniche dello 02/95409482) e il tourbillon di quattro nuove formazioni della Associazione Jazz@Milano l’11/6, sempre nel bellissimo Orto Botanico Città Studi dell’Università di Milano.

Che dire? Basta citare la cura di oltre 250 cd compilation di new age, jazz, world e quant’altro? Bastano una ventina d’anni di direzione artistica dell’Etnofestival di San Marino? Bastano i dieci come direttore responsabile di Jazz Magazine, Acid Jazz, New Age Music & New Sounds, Etnica & World Music? Oppure, e magari meglio, è sufficiente informare che sono simpatico, tollerante, intelligente... Con quella punta di modestia, che non guasta mai.

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