Palma d’oro a Dheepan di Michel Audiard, l’avventura del guerriero cingalese tamil nella banlieue parigina.
Grand Prix al film di Lazslo Nemes, Son of Saul, il figlio di Saul, storia di un sonderkommando di Auschwitz (un ebreo che deve rimuovere i corpi degli ebrei dalle camere a gas e poi cremarli) che in uno dei corpi riconosce suo figlio.
Premio della regia a Hou Hsiao Hsien per il suo Assassin, un cappa e spada a-tipico della tradizione wuxia.
La miglior regia è andata Yorgos Lanthimos per The Lobster, curiosa distopia su un mondo in cui i single devono trovare l’anima gemella o verranno trasformati in animali.
La miglior sceneggiatura a Michel Franco per The Chronic, la storia dell’infermiere per malati terminali che si trova a disagio nel mondo dei sani.
Migliore attrice ex aequo a Emmanuelle Bercot per Mon Roi e a Rooney Mara per Carol.
Miglior attore a Vincent Lindon per La Loi du Marché.
Italiani niente. Ne parliamo poi…